“Carlo parla al cuore di tanti giovani. Il perché va cercato nel fatto che, al di sotto di tutte le banalizzazioni della vita, rimane sempre dentro di noi una scintilla di bene che Dio sa riaccendere di nuova fiamma. Carlo è l’accendino di Dio. Ha una capacità straordinaria di riaccendere quello che Gesù chiama il ‘lucignolo fumigante’ (Mt 12,20). Lo fa con il suo sorriso. È un testimone di gioia”. Lo ha detto, stasera, mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, nell’omelia della messa per la memoria liturgica del beato Carlo Acutis, nella chiesa di Santa Maria Maggiore-santuario della Spogliazione.
“Quando lo vedi anche solo in una foto, rimani folgorato da quella luce del volto – ha proseguito il presule -. Ti parla di una bellezza diversa, quella che il peccato ha deturpato, ma che lo Spirito di Dio tiene in serbo in fondo al cuore di ciascuno di noi. È la bellezza della creazione, come è uscita dalle mani di Dio, e che oggi l’umanità comincia a riscoprire anche nell’ambiente spingendo i giovani a indignarsi per una natura violata e devastata”. Mons. Sorrentino ha precisato: “Carlo celebra la creazione di Dio. La celebra quando sale un monte o si tuffa nell’acqua, quando porta a spasso i suoi cagnolini o quando imbraccia il suo sassofono, quando si immedesima col suo computer o quando fa suoi viaggi tra i santuari d’Italia e oltre, come un giramondo dello spirito, desideroso di cogliere dappertutto i segni di Dio”. Secondo il vescovo, “quello che Francesco d’Assisi esprime col suo cantico di Frate Sole, Carlo lo esprime con il suo volto solare e il suo amore per la vita”.
“Si comprende dunque perché fa colpo sulla nostra società così provata dalla tristezza, dal dubbio, dalla ricerca di sé e dal culto dell’immagine – ha aggiunto il presule -. Carlo non cura la sua immagine: ‘Non io, ma Dio’. Non fa mistero di essere originale e di cercare originalità, ma quella che viene da Dio, perché tutti siamo usciti originali dalle mani di Dio”.