In Romania sono stati “confiscati beni immobili a un’organizzazione criminale specializzata nel traffico di stupefacenti. Nello specifico il tribunale ha ordinato la confisca estesa di quattro proprietà, della casa del boss e di diverse auto di proprietà degli autori e acquisite dai redditi generati dall’attività di narcotraffico. Le proprietà sono riutilizzate da un’associazione per fornire un alloggio temporaneo a persone vulnerabili o vittime di reati”. Lo si legge nella ricerca di Libera con la prima mappatura delle buone pratiche di riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati a livello europeo. La ricerca è stata presentata da stamattina a Bruxelles in occasione dell’evento finale del Progetto “Good(s) Monitoring, Europe!”, cofinanziato dalla Commissione europea. Nei Paesi Bassi, “a Rotterdam viene confiscata una nave La Sila Inua originariamente progettata per la ricerca artica. La barca fece solo una spedizione nell’Artico e fu venduta sul mercato. E poi finì nelle mani di criminali, che la usarono per il traffico di droga. È stato scoperto nei registri di navigazione che la nave aveva attraversato l’oceano Atlantico dal Sud America all’Europa e all’Africa più di una volta e ad un certo punto è stata vista nel territorio olandese. L’imbarcazione fu sequestrata e consegnata allo Stato. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione dalle più alte autorità del governo, si è riuscito a implementare il primo (e unico per ora) progetto di riutilizzo sociale. La nave è stata trasformata in una nave per gli studenti e utilizzata da una scuola di Rotterdam specializzata nella formazione di capitani e marinai per la navigazione commerciale”. In Francia “l’esperienza di riutilizzo riguarda un appartamento a Parigi, Saint-Honoré, di proprietà di Gioacchino Campolo, il re dei videopoker. Il bene faceva parte dell’ingente patrimonio immobiliare riconosciuto di provenienza illecita in conseguenza dei sistematici rapporti tenuti da Campolo con le cosche De Stefano e Libri, e per il quale, nel 2017, la Procura di Reggio Calabria aveva chiesto alle Autorità francesi il riconoscimento della decisione di confisca. La confisca preventiva è stata riconosciuta e appartamento dato in gestione ad un’associazione, l’Amica du Nid, che si occupa di inclusione sociale di donne vittime di tratta”.