Arte e fede: Udine, dal 16 ottobre la mostra “La forma dell’infinito”. Don Geretti (curatore), “esiste una carità del bello che fa parte della tradizione cristiana”

“Esiste una carità del bello che fa parte della tradizione cristiana”. Così don Alessio Geretti, curatore e organizzatore della mostra “La forma dell’infinito”, in programma a Udine (Casa Cavazzini) dal 16 ottobre al 27 marzo 2022 ha definito il suo apostolato di sacerdote friulano a servizio dell’arte e della cultura, come molti altri sacerdoti sparsi nelle nostre diocesi. “La Chiesa parla alle frontiere, non solo a quelle sociali ma anche a quella del sentire”, ha spiegato il prete durante la presentazione, a Roma, della mostra friulana. “Anche in una mostra d’arte – ha testimoniato – si incontrano tante persone diversamente credenti, che se non con delle risposte escono almeno con delle domande, e che spesso dopo la visione desiderano riascoltare qualche pagina del Vangelo”.  Ad Udine, in quello  che don Geretti ha definito “un viaggio nei 100 anni che hanno cambiato la storia dell’arte”, fondamentale è la presenza delle 30 giovani guide che, adeguatamente formate, accompagnano quadro per quadro i visitatori nel percorso espositivo di 50 opere: “Quando hanno scoperto quanta vita c’è in un quadro, non lo hanno più lasciato”. La mostra “La forma dell’infinito”, corredata da un ricco catalogo di 240 pagine illustrate edito da Illegio, dà la possibilità di accostarci ad opere che è rarissimo appaiamo in Occidente: come i tre dipinti di Nicholaj Roerich o i cinque dipinti di Mikalojus Ciurlionis, che eccezionalmente lasciano le loro sedi rispettivamente russa e lituana. Tra le tre opere di Kandinskij, “La Piazza Rossa”, altro prestito quasi incredibile concesso dalla Tretyakov di Mosca, considerata l’opera simbolo della svolta dell’artista, decisiva per la strada che da allora imboccò la creatività del visionario artista russo. “Questa mostra – ha concluso don Geretti – è una possibile via di accesso all’arte moderna e contemporanea, scoprendo che in essa si manifesta un’intenzione predominante: rende visibile che l’infinito è in agguato dietro la prima apparenza delle cose e rendere evidente che nel cuore umano abita o un’immensa aspirazione all’infinito o a un’acerba pena nel caso lo si ritenga irraggiungibile”.

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