“Chi sono oggi i giovani?”. E “chi sono i giovani che oggi incontriamo quotidianamente?”. Con queste due domane è iniziato l’intervento, in collegamento on line, di Lucia Abbinante, direttrice generale dell’Agenzia nazionale dei giovani, al XVI Forum dell’informazione cattolica per la custodia del Creato, promosso da Greenaccord, in corso a Bari.
“È difficile identificare in modo coerente l’universo giovanile – ha osservato -. Se prima il momento del passaggio dalla giovinezza all’età adulta era segnato dall’autonomia lavorativa, dall’esperienza della genitorialità, dall’esperienza di impegno e partecipazione sociale, oggi tali eventi sono sempre più rari e procrastinati nel tempo. Mi piace però pensare che la gioventù oggi sembra essere l’età intermedia tra disciplina e libertà; è dialettica tra due opposte ma complementari tensioni: il cambiamento e la continuità. Novità, progetto e futuro da un lato, apprendimento, integrazione, transizione dall’altro”.
Cosa vogliamo fare oggi? “Generare futuro attraverso un nuovo patto intergenerazionale”, la proposta di Abbinante, che ha ricordato: “Come dice Papa Francesco, oggi è necessario un urgente e coraggioso cambiamento di rotta che porti a un profondo mutamento degli stili di vita individuali e sociali e di progetti educativi, non solo per le giovani generazioni, ma per l’intera società. Si tratta quindi di educare a uno stile di vita armonioso, integrale, che non assolutizzi solo un aspetto trascurando tutto il resto”.
L’appello è “all’educazione integrale che punta all’assunzione di responsabilità partendo da gesti e scelte di vita quotidiana. Un’educazione che sia formale, non formale e informale”. Secondo la direttrice generale dell’Ang, “è necessario pertanto passare dalla logica della globalizzazione alla logica della prossimità che favorisce innanzitutto la coscientizzazione della gravità dei problemi che affliggono tutti, nessuno escluso, ma invita alla collaborazione con tutti per la promozione del bene comune, giungendo all’assunzione delle responsabilità nel promuovere processi sociali di giustizia ed equità”.
Abbinante ha proseguito: “Il centro della Fratelli tutti è il riconoscimento della dignità di ogni essere umano e la capacità di scegliere, cioè, di identificare gli ambiti in cui costruire la fraternità. L’ascolto e il dialogo rappresentano, in questo percorso, due dimensioni tra loro connesse e indispensabili. Partire dall’ascolto per vivere un dialogo di senso, capace di farsi strumento di riconciliazione che non può allontanarsi dalla ricerca della verità e della felicità”.