Mentre il Paese sta ripartendo, “su alcune partite importanti che riguardano milioni di famiglie i lavori sembrano aver subito uno stop e si avverte il rischio di una nuova frammentazione delle misure a sostegno della genitorialità e della crescita di bambini e bambine”. A denunciare la situazione è “Alleanza per l’Infanzia”, che in più occasioni ha chiesto un’interlocuzione con il Governo e ha proposto linee guida e documenti “per sostenere una visione strategica, coerente e integrata degli strumenti legislativi e delle risorse economiche da impiegare per investire nell’infanzia e adolescenza e a sostegno di genitori e famiglie”, come previsto anche dal Family Act e dal Pnrr. “La sensazione – il timore dell’Alleanza – è che le singole misure non solo procedano in ordine sparso, senza che ancora sia formalizzato il disegno, ma anche con difficoltà e ritardi”.
In particolare, “preoccupa il ritardo dell’esecutivo sui decreti attuativi del cosiddetto ‘Assegno unico universale’ (Auu), misura importante e attesa che va a riordinare, semplificare, rafforzare ed estendere le precedenti frammentate misure a sostegno dei figli a carico, ponendosi esplicitamente gli obiettivi di sostegno alla genitorialità e di promozione della natalità e dell’occupazione, soprattutto femminile”.
Secondo l’Alleanza, “per poter introdurre a regime, come previsto, l’Auu dal primo gennaio 2022, i competenti ministeri della Famiglia, Lavoro e Politiche sociali, Economia e Finanze dovrebbero aver già predisposto i decreti attuativi, che, tenendo conto dei criteri stabiliti dal Parlamento nella legge delega, hanno il compito di mettere a terra questo importante beneficio economico per le famiglie. Siamo invece a tre mesi dalla fine dell’anno e nulla ancora si sa su come concretamente funzionerà l’assegno, se vi avranno accesso tutti, quale sarà l’importo minimo, quanto inciderà la parte variabile sulle diverse famiglie”.
Se l’assegno temporaneo introdotto per il secondo semestre 2021 è un buon indizio degli orientamenti prevalenti a livello governativo, “c’è da essere fortemente preoccupati” per le criticità. L’assegno temporaneo “ha sì allargato la platea dei beneficiari a categorie prima escluse (autonomi e incapienti senza assegno al nucleo familiare), ma ha molto ridotto il suo carattere universale, stante che la forte progressività, a finanziamento dato, è andata a scapito della significatività dell’assegno per un’ampia parte del ceto medio, indebolendone il ruolo di sostegno alla genitorialità e alle scelte positive di fecondità”.
Pur condividendo l’esigenza di sostenere di più le famiglie e i minorenni in condizione di difficoltà economica, Alleanza per l’Infanzia ritiene che “occorra, da un lato, accompagnare la progressività con un rafforzamento della parte fissa, dall’altro prevedere e finanziare eventualmente una norma di salvaguardia che protegga da perdite nel processo di transizione le famiglie di lavoratori dipendenti a basso reddito”. È “di fondamentale importanza che le norme che verranno siano coerenti con la normativa comunitaria in ordine alla non discriminazione di cittadini stranieri”.