“Tutti hanno il diritto di ascoltare con chiarezza la Parola che viene da Dio e non solo chi è cristiano, ma ogni essere umano, che ha il diritto di ascoltarla integra e netta, così come integra e netta uscì dal cuore del Padre, s’incarnò nel Verbo, fu annunciata e scritta dagli agiografi”. È quanto scrive mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro–Squillace, in una lettera rivolta al clero in vista della Domenica della Parola, che si celebra il prossimo 24 gennaio. “Anche in questo tempo così difficile della pandemia – osserva il presule – che impone tante restrizioni alle relazioni interpersonali e limita il numero dei partecipanti alle convocazioni liturgiche e catechetiche, la Chiesa non può rinunciare alla sua missione di annuncio e di ricordo della Parola che salva, magari con nuovi modi e forme e di annuncio”. Per mons. Bertolone, “le domande che ci palpitano nel cuore sono molte e richiedono la luce continua della Parola di Dio”. È per questo che l’arcivescovo invita “i presbiteri, ministri ordinati, i consacrati e i fedeli laici tutti ad agire nell’ottica della comunione di responsabilità e a trovare modi e occasioni per continuare ad annunciare la Parola di Dio, non solo nel contesto strettamente liturgico, ma nella normalità del quotidiano, in famiglia come nei modi di aggregazione, favoriti oggi dalle tecnologie e dai new media”.