Alla luce dell’attuale situazione “grave e in peggioramento” della pandemia e in linea con un chiaro orientamento di salute pubblica che invita le persone a rimanere a casa, i vescovi dell’Irlanda del Nord – dopo una consultazione – hanno deciso che per un periodo limitato (dalla mezzanotte di giovedì 7 gennaio fino a sabato 6 febbraio 2021), la celebrazione dell’Eucaristia e le altre liturgie si svolgeranno senza la presenza fisica dei fedeli, ad eccezione del matrimonio, dei funerali, delle liturgie battesimali. In una nota diffusa ieri, i vescovi incoraggiano le parrocchie, ove possibile, a continuare a trasmettere la celebrazione della Messa – e altre devozioni e servizi di preghiera – online e su altri media, nella consapevolezza che “la fede e la preghiera possono essere un enorme supporto per gli individui e la società durante questi tempi difficili”. La nota – sottoscritta dai vescovi di Dromore, Down and Connor, Derry, Clogher e Armagh – è stata diffusa in seguito al briefing di ieri del Chief Medical Officer e del Chief Scientific Officer. “Siamo molto preoccupati – scrivono i vescovi – per l’attuale e grave situazione della salute pubblica in cui si trova l’Irlanda del Nord: con un livello estremamente alto di trasmissione del virus Covid-19; la continua escalation del numero di ricoveri in ospedali e cure intensive; il numero di decessi ad esso associati e la pressione sempre più insostenibile sul nostro personale sanitario. Il messaggio chiaro dei funzionari sanitari è che questa situazione peggiorerà in modo significativo nelle prossime settimane”. Ecco perché anche l’episcopato cattolico si associa alle autorità sanitarie pubbliche invitando a limitare “al minimo” il movimento e l’incontro di persone e chiedendo che “quante più persone possibile restino a casa per il bene della salute, della vita e del bene comune”. Posizione simile è stata presa anche dai leader della Chiesa d’Irlanda, della Chiesa presbiteriana in Irlanda, della Chiesa metodista in Irlanda e di molte altre denominazioni e comunità di fede in risposta al messaggio inequivocabile delle autorità sanitarie pubbliche.