“Gli opportunisti di oggi, le persone imprigionate da catene del politicamente corretto e della cosiddetta tolleranza che propongono dei referendum sulla questione all’aborto” si comportano come gli abitanti di Gerusalemme che “pur sapendo del Messia venuto al mondo a Betlemme non vi si recarono per vedere il neonato re dei Giudei, considerando inutile la verità su Cristo”: lo ha affermato domenica scorsa nell’omelia pronunciata nella cattedrale di Wawel l’arcivescovo di Cracovia Marek Jędraszewski. “Nelle questioni così grandi come la vita umana non è lecito far svolgere dei referendum, così come non si sottopone al referendum la questione se due più due fa quattro”, ha aggiunto il presule che in un altro frammento del suo sermone ha paragonato a Erode coloro che “concentrati sul proprio ego e la propria autorealizzazione, in tutto ciò che possa mettere a rischio quell’ego vedono nemico che deve essere radiato dallo spazio della propria vita”. Il presule ha anche affermato che “il senso comune” indica che “tali questioni non vanno discusse poiché la maggioranza, in senso democratico, non ha facoltà di decidere se qualcuno debba vivere o meno”.
In merito all’eventuale referendum sul diritto all’aborto, proposto dall’opposizione dopo che il Tribunale costituzionale polacco aveva dichiarato l’illiceità dell’aborto eugenetico, il primate di Polonia mons. Józef Polak ha osservato che “il referendum così come la dichiarazione per o contro la vita è un errore”. In Polonia l’aborto è lecito solo nel caso in cui il proseguimento della gravidanza metta a rischio la vita della madre o, entro la dodicesima settimana, quando la gravidanza è conseguenza di un reato (stupro).