“La fatica dell’incontro rende difficile occuparsi degli altri, anche solo stimare gli altri e rischia di impoverire la nostra vita sociale, privandola di opportunità che nascono dalle capacità, dagli interessi, dalla passione, anche dalla fede di ognuno. Ogni forma di esclusione nega la verità che l’Epifania ci ricorda: la salvezza è destinata a tutti”. Lo ha detto l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia della Messa che ha celebrato ieri, nella solennità dell’Epifania del Signore.
Ricordando che l’Epifania “ogni anno apre il nostro sguardo all’universalità della salvezza”, il presule ne ha sottolineato la conseguenza, ovvero che “anche la Chiesa è ‘sacramento di salvezza’”, citando la costituzione conciliare Lumen gentium. Dall’arcivescovo poi l’invito all’incontro, “a incontrare figli e figlie, che vengono anche da lontano, ad aprire il cuore ad ogni persona”. E per sottolineare “ancora una volta che la salvezza è destinata a tutti”, mons. Perego ha indicato il racconto dei Magi, che “rappresentano tutti coloro, anche i più lontani, che sono in ricerca del Signore, che cercano Dio, talora ingannati da chi – come Erode – confida solo in se stesso, nel suo potere”. “Ma il Signore indica strade alternative, diversi stili di vita per ritrovarlo e per ritrovare se stessi, abbandonando le tenebre del peccato, le sicurezze che talora vendono a buon mercato le persone di questo mondo e ritrovare la salvezza”. “Gesù è la nostra ‘stella’ che indica il cammino di salvezza”, ha concluso.