“Sembra che il virus che stiamo combattendo abbia seminato non solo malattia e morte, ma un male più oscuro, una paralisi dello spirito, una sospensione della vita, una confusione sul suo significato, uno scoraggiamento e un senso di impotenza”: sono parole dell’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, pronunciate ieri in duomo durante il pontificale dell’Epifania. “La gente del mio tempo – ha denunciato l’arcivescovo, facendo riferimento alla vicenda dei Magi – non è in cammino con il volonteroso coraggio di giungere alla terra promessa: non ha visto la stella”. Ma questa constatazione, ha aggiunto, “è un rimprovero per me e forse per la nostra Chiesa”. “Il disprezzo che circonda la parola della Chiesa, la noia con cui sono sopportate le nostre prediche, l’indifferenza che rende insignificanti le nostre proposte forse ci hanno intimidito, ci hanno indotto a ridurre il messaggio a qualche buona parola consolatoria. Forse persino ci hanno indotto a dubitare di avere qualche cosa da dire a questa generazione che preferisce la disperazione alla speranza, preferisce fare a meno di Dio, piuttosto che lasciarsi inquietare dall’invito a conversione”. Ma l’esperienza dei Magi ci ricorda che “noi non abbiamo altro da dire che la parola della speranza, la verità di Gesù”. “Riconosciamo che abbiamo bisogno non solo della salute, ma della salvezza. E Gesù è il Salvatore”, ha concluso mons. Delpini.