“È un obbligo morale e civico cercare in modo cosciente e razionale coloro che saranno più capaci di affrontare, con realismo e speranza, la crisi sanitaria, economica ed etica, che caratterizzano oggi la realtà personale, familiare, lavorativa e sociale degli ecuadoriani”. È questo l’auspicio espresso dal Consiglio di presidenza della Conferenza episcopale ecuadoriana, in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari del prossimo 7 febbraio, nel documento intitolato “Responsabilità politica”. Il tutto in un contesto di tensione e frammentazione, che vede frantumato il fronte che 4 anni fa appoggiò il presidente uscente e non ricandidato, Lenín Moreno. L’attuale scenario fa intravvedere un possibile ballottaggio tra il liberale di centrodestra Guillermo Lasso, sconfitto 4 anni da Moreno, e Andrés Arauz, vicino all’ex presidente Rafael Correa, che in occasione delle scorse elezioni aveva appoggiato Moreno, salvo poi distaccarsene in modo pesante ed essere condannato per corruzione (attualmente risiede in Belgio).
Una responsabilità duplice, secondo i vescovi dell’Ecuador: ai politici, in particolare ai candidati, spetta “parlare con chiarezza e senza riserve sulle azioni e i provvedimenti concreti per tradurre in realtà le proprie promesse elettorali, cercando il bene di tutti, specialmente degli emarginati, dei bambini, dei giovani, delle donne, dei migranti, degli anziani, senza rivincite e settarismi. Coloro che saranno eletti, pertanto, dovranno governare per l’Ecuador intero, in dialogo, rispetto e collaborazione con tutti i settori della società”. Ma un’importante responsabilità è anche quella dei cittadini: “Con il nostro voto facciamo storia e generiamo progresso o un passo indietro, lavoro o disoccupazione, sicurezza o insicurezza, giustizia o impunità”. Perciò, la cittadinanza si trova di fronte a “un voto che risponda ai nostri valori fondamentali, ai nostri sogni, alla nostra fede, sempre in un contesto di rispetto verso chi la pensa diversamente e che non per questo sarà considerato nemico”.
La nota si rivolge in particolare ai giovani, esortandoli a “esercitare in coscienza e responsabilità” il proprio diritto di voto, con un invito al discernimento rispetto a programmi che sappiano affrontare la crisi attuale, nel “rispetto dei diritti umani e della vita, in tutte le sue espressioni”.