Il 75% dei cittadini italiani ritiene che i fondi europei dovrebbero essere investiti anzitutto nella sanità. E’ quanto emerge da un’indagine sulla percezione sociale di quanto la pandemia stia generando condizioni favorevoli al propagarsi della criminalità organizzata, realizzata da Libera e Demos e diffusa oggi. Tra le priorità su cui investire segue la scuola, segnalata da oltre un intervistato su tre (35%). Al terzo posto il mondo universitario e della ricerca (26%). Il 14% dei cittadini intervistati segnala che i fondi europei dovrebbero essere investiti in politiche ambientali. La grande maggioranza, il 75%, indica dunque anzitutto la sanità, convinzione che raggiunge i livelli più elevati nel Mezzogiorno, dove il sistema sanitario, di fronte a questa emergenza, ha dimostrato tutti i suoi limiti. A seguire la scuola che, commenta Libera, “è uno dei settori più colpiti, e per questo gli investimenti sono importanti per formare i formatori e dotare le strutture (scolastiche) di infrastrutture (digitali)”. Al terzo posto “si colloca il mondo dell’università e della ricerca” a testimonianza “non solo dell’importanza attribuita alla formazione, ma anche alla valorizzazione della ricerca in tempi in cui si affronta un nemico sconosciuto, che va studiato adottando il metodo scientifico.”
Alla domanda “quali attività economiche rischiano maggiormente di legarsi alla presenza mafiosa tra quelle che saranno sostenute dall’arrivo dei fondi europei”, il 49% dei cittadini intervistati mette al primo posto lo smaltimento dei rifiuti, il 42% il settore dell’edilizia, seguito dalla sanità con il 24% e la ristorazione con il 23%.
“Dal Recovery Fund arriveranno 209 miliardi di euro – conclude Libera – ed è importante come verranno spesi e in quale direzione andranno. È in gioco una visione nuova, innovativa per il Paese e per l’Europa, un’occasione che non possiamo perdere”. Al tempo stesso “non dobbiamo sottovalutare il rischio che le organizzazioni criminali mettano le mani sui fondi europei per la ripresa economica. Il pericolo della crisi post-Covid è quello di un terreno di incontro tra una mafia imborghesita e una società avida di soldi e di potere”. Di qui l’importanza di unire “forze e competenze, vigilare sulla corretta distribuzione dei fondi europei per contrastare non solo la pandemia ma anche le organizzazioni criminali”.