Francia: progetto di legge contro il separatismo. Ascoltati ieri in Assemblea nazionale i rappresentanti di culto, espresse reticenze e preoccupazioni

Sono stati ascoltati ieri in audizione in Assemblea nazionale i rappresentanti di diverse religioni in Francia dove hanno potuto esprimere le loro aspettative, ma anche le loro reticenze e preoccupazioni, rispetto al disegno di legge presentato dal governo per combattere il separatismo soprattutto di origine islamista, rafforzando il controllo dello Stato sui culti e le associazioni. L’audizione è avvenuta prima che il testo arrivi, all’inizio di febbraio, nell’emiciclo dell’Assemblea nazionale, per la sua approvazione definitiva. Si tratta di un vero e proprio giro di vite nei confronti delle associazioni religiose che ha riacceso il dibattito nazionale su secolarismo e laicità ma che si propone come il fiore all’occhiello del presidente Macron per combattere il fondamentalismo dopo i recenti attacchi jihadisti e a due anni dalle prossime elezioni presidenziali. Secondo quanto oggi pubblica il quotidiano francese La Croix, i rappresentanti del culto cattolico, ebraico, buddista e ortodosso sono stati ascoltati a turno, in sessioni di circa un’ora ciascuna. Dovranno essere ascoltati ancora i rappresentanti delle Chiese protestanti mentre l’audizione dei musulmani è stata rinviata a mercoledì. “Questo disegno di legge mi lascia molto imbarazzato”, ha esordito mons. Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale francese, secondo il quale il testo può dare l’impressione che i credenti siano “individui molesti e pertanto individui che dovrebbero essere messi sotto una particolare sorveglianza”. Il rappresentante della Chiesa cattolica chiede, per esempio, perché alcune misure di controllo, come ad esempio sui finanziamenti esteri, riguarderanno solo le associazioni religiose e non altri campi di attività, come lo sport o la cultura. Sono state suggerite diverse modifiche. Cattolici e ortodossi hanno chiesto di parlare anziché di “ordine pubblico”, come condizione per l’assegnazione di un sussidio a un’associazione o il riconoscimento dello status di associazione religiosa”, di “pubblica sicurezza” o “sicurezza nazionale”, in quanto “espressioni considerate meno vaghe”. Il metropolita Emmanuel Adamakis, presidente dell’Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia, ha poi espresso la sua preoccupazione per un sovraccarico amministrativo che il progetto lascia intravedere (certificazione dei conti, presentazione obbligatoria dei fascicoli dei donatori ai servizi fiscali, tetto ai finanziamenti stranieri, ecc.). “Per molte entità – ha detto il metropolita -, ciò rappresenta un sovraccarico e un costo aggiuntivo difficilmente sostenibile”. Insomma, secondo i rappresentanti religiosi, questo disegno di legge si presenta “essenzialmente come repressivo”, nelle parole di mons. de Moulins-Beaufort. “Una legge contro qualcosa non è la nostra vocazione”, ha aggiunto il gran rabbino di Francia Haïm Korsia, invocando invece una legge “per” qualcosa, la difesa dei principi repubblicani.
Composto da circa 50 articoli, il disegno di legge mira – tra le altre cose – a combattere l’islamismo radicale all’interno della società francese e comprende misure che toccano l’educazione, le associazioni religiose, la lotta contro l’odio online. Tra le nuove misure previste c’è per esempio un rafforzamento del controllo sui finanziamenti esteri ai luoghi di culto e il fatto che le donazioni superiori ai 10mila euro dovranno essere sottoposte a una dichiarazione specifica. Il disegno di legge interviene anche sul piano dell’istruzione, limitando la scolarizzazione a domicilio. Per rafforzare poi il controllo sulle scuole coraniche, stabilisce “il principio dell’obbligo scolastico” per i bambini di età compresa tra 3 e 16 anni e consente deroghe per “ragioni molto limitate relative alla situazione del bambino o della sua famiglia” che non potranno però più essere comunicate attraverso una dichiarazione, ma autorizzate dal ministero dell’Istruzione. Si stabiliscono, inoltre, misure per evitare i matrimoni combinati, attraverso un maggior potere di controllo e di verifica assegnato agli ufficiali di stato civile, e si vieta il rilascio dei “certificati di verginità” da parte dei medici fissando una pena che prevede un anno di detenzione e una multa di 15mila euro. Infine, nel testo, si vieta il rilascio di titoli di soggiorno a persone in stato di poligamia. Il progetto di legge prevede anche un nuovo reato, quello “di messa in pericolo della vita altrui attraverso la diffusione di informazioni relative alla vita privata, familiare e professionale di una persona che permettono di identificarla o di localizzarla”. Propone, infine, di perseguire gli autori di minacce, violenze e intimidazioni per motivi religiosi.

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