Un vaccino sicuro e che induce una risposta immunitaria robusta e con adeguato profilo di risposta: è quanto emerge dai dati della fase 1 della sperimentazione clinica di Grad-CoV-2, il candidato vaccino italiano di ReiThera, svoltasi all’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani e al Centro ricerche cliniche di Verona. I risultati che sono stati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso il centro congressi dell’Istituto Spallanzani di Roma e organizzata dalla Regione Lazio, che insieme al Ministero dell’Università e della Ricerca ed al Cnr ha finanziato la fase 1 della sperimentazione.
“Perché investire su un altro vaccino?”, si è chiesto il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, nell’introdurre i lavori. Le risposte sono molteplici: “La necessità di potenziare la capacità di ricerca italiana in un campo che per tanti anni è stato trascurato, l’opportunità di disporre di risorse e know-how nazionali per non dover dipendere dall’estero; e soprattutto il fatto che di questo virus sappiamo ancora poco e solo col tempo impareremo quali vaccini funzionano meglio, quali ci proteggono solo dalla malattia e quali anche dall’infezione, quali sono più facili da usare e se specifici tipi offrono maggiori vantaggi in gruppi speciali della popolazione”.
Antonella Folgori, presidente della biotech ReiThera, ha ripercorso la storia del vaccino e del gruppo di lavoro che lo ha messo a punto, utilizzando come vettore un adenovirus di gorilla. Un viaggio partito dai laboratori di ricerca di Castel Romano dove è stato innestato sull’adenovirus (il vettore virale) il codice genetico della proteina spike del coronavirus. Questo vettore è stato costruito in modo da non replicarsi nell’organismo e non integrare le informazioni genetiche che trasporta nel genoma umano. Nei bioreattori dell’officina di manifattura il vaccino è stato poi prodotto per la sperimentazione clinica.
Nicola Magrini, direttore generale Aifa, ha brevemente ricordato quali e quanti sono i passaggi ai quali deve essere sottoposto un candidato vaccino per poter avere l’autorizzazione anche emergenziale all’uso, e che ne garantiscono l’efficacia e la sicurezza.
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani ha presentato i dati più significativi, che verranno a breve sottoposti per pubblicazione su una rivista scientifica come da prassi. In estrema sintesi, dalla sperimentazione “è emersa un’attivazione armonica dell’immunità umorale (anticorpi) e dell’immunità cellulare (linfociti T)”.