Il vescovo Rodolfo Cetoloni, avendo compiuto, ieri 3 gennaio, 75 anni, ha provveduto a presentare la rinuncia all’ufficio di pastore della Chiesa diocesana di Grosseto. Lo comunica oggi una nota della diocesi, ricordando che “così prevede, infatti, il canone 401 del codice di diritto canonico e così viene ribadito nella lettera apostolica, in forma di motu proprio, di Papa Francesco, ‘Imparare a congedarsi’, del 2018”.
“Questo non significa – spiega don Paolo Gentili, vicario generale della diocesi – che il vescovo Rodolfo da questo momento non è più il nostro pastore. Il motu proprio, infatti, stabilisce che una volta presentata la rinuncia, l’ufficio è considerato prorogato fino a quando non sia comunicata all’interessato l’accettazione della rinuncia o la proroga. Pertanto il vescovo continua il suo servizio tra noi, che è prima di tutto quello di confermarci nella fede, in attesa che la Santa Sede, attraverso la Nunziatura apostolica in Italia e il Dicastero per i vescovi, assuma le decisioni più opportune. L’invito, pertanto, è a stringersi con ancora più affetto e nella preghiera a padre Rodolfo, perché sia accompagnato dalla Chiesa diocesana in questo passaggio della sua esistenza e del suo ministero”.
Il vescovo Cetoloni ha provveduto, nei giorni scorsi, a consegnare al nunzio apostolico in Italia la relazione sul suo mandato e serenamente continuerà a svolgere il suo compito con lo stesso entusiasmo di sempre.
“Come scrive il Papa nel motu proprio ‘Imparare a congedarsi’ – dice il presule – la conclusione di un ufficio ecclesiale deve essere considerata parte integrante del servizio stesso, in quanto richiede una nuova forma di disponibilità. Io continuo in mezzo a voi la mia opera finché Dio e la Chiesa lo vorranno. Benedico tutti e chiedo la preghiera di tutti, affinché il Signore mi conceda di servirlo sempre nella gioia”.