Diocesi: Milano, aiutate oltre 2mila persone con il Fondo San Giuseppe. Mons. Delpini, “uno strumento per vincere la disperazione”

“Oltre la metà delle persone aiutate dal Fondo San Giuseppe ha migliorato la propria condizione, un quinto invece ha avuto bisogno di un ulteriore contributo”. È quanto emerge dal bilancio annuale della misura straordinaria istituita dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, e dal sindaco Giuseppe Sala all’inizio del lockdown della primavera scorsa per aiutare le persone che perdono il lavoro a causa delle limitazioni anti-Covid. “Dal 22 marzo 2020, tre giorni dopo la festa del santo patrono dei papà, degli operai e degli artigiani, ai quali è intitolato, il Fondo San Giuseppe ha erogato 3.850.900 euro, circa la metà di quanto raccolto, a 2.039 persone”, specifica una nota di Caritas Ambrosiana, cui è affidata la gestione del fondo. “Di queste, 1.040 persone (51%) non ricevono più i sussidi, perché hanno ripreso a lavorare, anche se spesso ancora in condizioni molto precarie, o hanno comunque migliorato la propria condizione tanto da non avere più bisogno al momento di questa forma di aiuto”. Altre 424 persone “hanno ottenuto il rinnovo del contributo, mentre 575 lo stanno ancora ricevendo, avendo presentato domanda tra settembre e ottobre e non avendo quindi ancora raggiunto il termine previsto”.
“Ciò che rende insopportabile la vita non è la povertà, ma la disperazione, non è la fatica, ma l’essere soli, sentirsi abbandonati. Il Fondo San Giuseppe non può eliminare la povertà, non allevia la fatica, ma è uno strumento per vincere la disperazione, per assicurare che nessuno deve essere abbandonato – osserva l’arcivescovo Delpini –. Il Fondo San Giuseppe può far giungere il suo messaggio a coloro che hanno perso il lavoro a causa della pandemia solo perché centinaia di persone e istituzioni hanno avvertito la solidarietà come un dovere, la generosità come uno stile di vita, la concretezza come segno distintivo della gente di Lombardia. Per augurare buon anno nuovo noi non amiamo i cenoni esagerati, i fuochi artificiali eccessivamente costosi. Piuttosto siamo chiamati a far giungere il messaggio e l’augurio a chi ne ha più bisogno. Io ringrazio tutti e il Signore scriverà nel suo libro il gesto minimo e segreto di ciascuno”.

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