“Il Concilio non va negoziato” e la catechesi ispirata dal Concilio “è continuamente in ascolto del cuore dell’uomo, sempre con l’orecchio teso, sempre attenta a rinnovarsi”. Lo ha detto il Papa ai partecipanti all’Incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale della Conferenza episcopale italiana per i suoi 60 anni, ricevuti oggi in udienza, ricordando il 50° anniversario del documento “Il rinnovamento della catechesi”, con cui la Cei recepiva le indicazioni del Concilio. “Questo – ha ammonito in un ampio inserto a braccio – è magistero: il Concilio è magistero della Chiesa. O tu stai con la Chiesa e pertanto segui il Concilio, e se tu non segui il Concilio o tu l’interpreti a modo tuo, come vuoi tu, tu non stai con la Chiesa. Dobbiamo in questo punto essere esigenti, severi. Il Concilio non va negoziato, per avere più di questi… No, il Concilio è così. E questo problema che noi stiamo vivendo, della selettività rispetto al Concilio, si è ripetuto lungo la storia con altri Concili. A me fa pensare tanto un gruppo di vescovi che, dopo il Vaticano I, sono andati via, un gruppo di laici, dei gruppi, per continuare la ‘vera dottrina’ che non era quella del Vaticano I: ‘Noi siamo i cattolici veri’. Oggi ordinano donne. L’atteggiamento più severo, per custodire la fede senza il magistero della Chiesa – il severo monito del Papa -, ti porta alla rovina. Per favore, nessuna concessione a coloro che cercano di presentare una catechesi che non sia concorde al magistero della Chiesa”.
Da Francesco anche l’invito alla Chiesa a leggere i segni dei tempi e ad accoglierne le sfide: “Non dobbiamo aver paura di parlare il linguaggio delle donne e degli uomini di oggi. Di parlare il linguaggio fuori dalla Chiesa, sì, di questo dobbiamo avere paura”. E ancora: “Non dobbiamo avere paura di parlare il linguaggio della gente” e di “ascoltarne le domande, quali che siano, le questioni irrisolte, ascoltare le fragilità, le incertezze: di questo, non abbiamo paura. Non dobbiamo aver paura di elaborare strumenti nuovi”.