Nel tempo della pandemia “l’apprezzamento per la propria chiesa sembra essere cambiato poco o nulla, specialmente tra i fedeli più assidui”. Questo emerge dallo studio legato a Actie Kerkbalans, la tradizionale campagna di raccolta fondi nei Paesi Bassi per sostenere la vita delle comunità, che quattro confessioni cristiane (cattolica, vetero-cattolica, protestante ed evangelica) portano avanti insieme dal 16 al 30 gennaio. Dall’indagine, che ha coinvolto oltre 2.000 persone, emerge che il 45% dei frequentatori delle celebrazioni domenicali ora segue i riti in streaming, il 33% continua ad andare in chiesa, nel limite delle norme possibili, il 19% guarda la messa in Tv. Ma solo il 18% dei cattolici intervistati continua a tenere la cadenza settimanale per la messa, mentre tra gli intervistati che appartengono all’orbita protestante la percentuale di chi continua ad andare in chiesa la domenica è del 35%. Dei partecipanti “saltuari”, il 38% ha completamente smesso di seguire le celebrazioni domenicali. Ciò che manca di più alle persone è la possibilità di cantare insieme (45%), di essere fisicamente presenti in chiesa (34%) e di incontrare altri parrocchiani (28%). Per chi frequenta più regolarmente le chiese, il significato prioritario della comunità è celebrare i sacramenti (per il 30% dei cattolici) la possibilità di condividere la fede con gli altri (per il 26% dei cattolici). Sempre più persone sottolineano l’attesa che la Chiesa del futuro sia sempre più comunità di persone che si prendono cura l’una dell’altra (41%) e uno spazio in cui le persone possano imparare, crescere e riflettere (38%). Il 79% degli intervistati continua a devolvere offerte economiche, ma è solo il 40% che offre il proprio tempo in servizi di volontariato. Si è più disposti a dare offerte se i soldi servono per la comunità locale.