Maxi risse tra adolescenti: Vicari (neuropsichiatra), “restrizioni aumentano sofferenza mentale e aggressività. Più tentativi di suicidio e autolesionismo”

“Le restrizioni legate al Covid-19 stanno aumentando l’irritabilità, l’aggressività e l’intolleranza dei più giovani rendendoli meno sensibili al rispetto delle regole e più portati a trasgredirle”. A sostenerlo in un’intervista al Sir è  Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, commentando le maxi risse organizzate da adolescenti in diverse città. I ragazzi “vivono del contatto con i coetanei”, spiega: scoprono “la propria identità nella relazione con i pari”; un’interazione ostacolata dalla chiusura delle scuole nelle scorse settimane, ma anche dall’impossibilità di fare sport insieme. Secondo l’esperto “l’aumento dell’aggressività” cui stiamo assistendo è “certamente legato anche alla marcata riduzione dell’attività fisica che costituisce una valvola di sfogo delle energie e riduce fortemente l’irritabilità”. Pur precisando che non è possibile inquadrare la complessità e la diversità dei protagonisti delle risse in un’unica matrice, l’esperto ipotizza che “il venir meno di importanti contenitori emotivi e ammortizzatori di tensioni come scuola, relazione tra pari e sport” sia una concausa dell’aumento del disagio psicologico degli adolescenti e della violenza. Contro gli altri o verso se stessi. “In ospedale sono cresciuti gli accessi al pronto soccorso per disturbi psichiatrici e dallo scorso ottobre abbiamo tutti gli otto posti letto del nostro reparto costantemente occupati. Non era mai accaduto in precedenza. E la diagnosi più frequente è tentativo di suicidio o atti autolesionistici”.
Strategico il ruolo dei genitori: “Con gli adolescenti in casa bisogna esserci, condividere tempo e spazi con loro”, magari facendo merenda insieme, o commentando un film o un evento sportivo. E poi “tentare di organizzare al meglio il (poco) tempo libero dal lavoro, durante la settimana o nel weekend. “È difficile, ma se rimettiamo al centro l’attenzione per i nostri figli il tempo probabilmente lo troviamo. E non per essere guardiani, ma per divertirsi insieme”. Tenendo però gli occhi aperti su eventuali cambiamenti d’umore e di comportamento.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo