La Fondazione Gariwo, la foresta dei Giusti e la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Fondazione Cdec) hanno sottoscritto una convenzione in base alla quale la Fondazione Cdec mette a disposizione la sua banca dati, l’archivio e la biblioteca per ricerche e approfondimenti, in particolare modo per la valutazione delle candidature pervenute a Gariwo dalla società civile per l’inserimento nel Giardino del Monte Stella o nel Giardino virtuale. L’accordo, si legge in un comunicato congiunto delle due Fondazioni, “in vigore da oggi, nasce dalla consapevolezza dell’importanza della formazione di docenti ed educatori sui temi su cui le due associazioni sono da anni impegnate: per Gariwo, la conoscenza e la memoria dei genocidi del Novecento e dei Giusti e la sensibilizzazione delle giovani generazioni allo scopo di prevenire il ripetersi di eventi analoghi; per la Fondazione Cdec, la promozione e lo studio delle vicende, della cultura e della realtà degli ebrei oggi in Italia dall’emancipazione ai giorni nostri, con particolare riferimento alla storia contemporanea e al periodo nazi-fascista”. L’accordo prevede la collaborazione per organizzare conferenze e seminari per insegnanti ed educatori e per creare progetti di approfondimento per le scuole di ogni ordine e grado. “La convenzione con la Fondazione Cdec sarà molto importante per la ricerca dei Giusti, che Gariwo conduce in tutto il mondo”, ha dichiarato il presidente di Gariwo, Gabriele Nissim. “In un’epoca in cui le democrazie sono spesso messe in discussione e odio e antisemitismo appaiono in nuove forme, è necessario trasmettere la conoscenza storica, affinché ogni nuova generazione abbia gli strumenti culturali per cogliere gli elementi premonitori, che possono portare a nuovi genocidi e totalitarismi”. “Radicare nella documentazione storica certa le riflessioni contemporanee sulla memoria della Shoah – ha sottolineato il direttore della Fondazione Cdec, Gadi Luzzatto Voghera – è un passaggio fondamentale per contrastare ogni forma di negazionismo e di uso pubblico improprio della storia”.