Il Giorno della Memoria “è un’occasione per ricordare una pagina buia, se non la più buia e triste della storia recente. Non può certo essere un giorno qualunque perché oggi facciamo memoria dell’eccidio di almeno sei milioni di ebrei. Insieme al popolo ebraico, non dimentichiamo nemmeno i 500mila, tra rom e sinti, morti nei campi di concentramento nazisti”. È quanto sottolinea la Fondazione Migrantes in una nota diffusa oggi per il Giorno della Memoria. Quello dei rom e sinti è “un genocidio noto come Porrajmos, che in lingua romanì ha un duro significato: divoramento. Questa tragedia non può essere lasciata nei meandri del passato perché ha coinvolto uomini, donne e bambini che ancora oggi sono discriminati e vivono la loro quotidianità fatta di emarginazione, di rifiuto e di sofferenza dentro le nostre città, dentro la nostra vita indifferente verso chi cerca attenzione”. “Rom e sinti – conclude Migrantes – provocano ancora paura e vergogna nella nostra società concentrata sul benessere e sull’apparire. La domanda di Dio a Caino: ‘Dov’è tuo fratello?’ fu rivolta agli uomini e donne al termine del genocidio nei campi di sterminio. Questa stessa domanda oggi viene rivolta a noi. ‘Dov’è tuo fratello zingaro che io ti ho posto accanto?’”.