Etiopia: Fore (Unicef), “molto preoccupati per i bambini del Tigray, consentire aiuti umanitari”

(Foto: @Unicef)

“Quel poco che sappiamo sull’impatto del conflitto sui bambini nel Tigray è profondamente preoccupante”. Lo afferma oggi Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef. “Nel Tigray, le vaccinazioni si sono fermate – dice -. Le infrastrutture civili, comprese le strutture sanitarie, sono state danneggiate o distrutte e gli aiuti essenziali rubati. C’è poco carburante perché i sistemi idrici e igienico sanitari possano continuare a funzionare. I bambini nella maggior parte dell’Etiopia sono tornati a scuola in seguito alle restrizioni per il Covid-19, eccetto i circa 1,3 milioni di bambini in età scolare nel Tigray. Ci sono notizie di 300 bambini non accompagnati o separati tra i rifugiati scappati in Sudan e potenzialmente molti altri tra le migliaia di sfollati interni”. Secondo una valutazione condotta dai partner dell’Unicef, all’inizio di gennaio nell’area dello Shire, i tassi di malnutrizione acuta grave arrivano fino al 10% tra i bambini sotto i 5 anni. Un dato molto al di sopra della soglia di emergenza dell’Oms del 3%, che potrebbe potenzialmente mettere a rischio le vite di circa 70.000 bambini. Il livello globale di malnutrizione acuta è arrivato fino al 34%. “A causa delle restrizioni all’accesso le nostre conoscenze sulla situazione sono veramente molto limitate – precisa Fore -. La nostra preoccupazione è che quello che non sappiamo potrebbe essere ancora più allarmante”. La piccola apertura che ha consentito all’Unicef e ai suoi partner “di inviare 29 camion con aiuti di emergenza per la nutrizione, salute e protezione dei bambini, è stato un passo nella direzione giusta, ma neanche lontanamente vicino al livello di accesso e alla quantità di supporto effettivamente necessari”. Oltre alla distribuzione di aiuti, sottolinea Fore, “è essenziale riprendere l’erogazione dei servizi”, gli stipendi dei dipendenti pubblici “devono essere pagati e deve essere garantito l’accesso al personale umanitario”. “Tutte le parti in conflitto – conclude – hanno l’obbligo fondamentale di consentire un accesso rapido, continuo e senza ostacoli ai civili che hanno bisogno di aiuto”.

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