“Chiediamo alle nostre autorità, alle case farmaceutiche e alle organizzazioni internazionali di ascoltare l’imperativo morale e di dare risposta rendendo il vaccino e l’assistenza sanitaria accessibili ai settori sociali più vulnerabili e alla popolazione più vulnerabile”. Lo scrive in una nota diffusa sabato il Consiglio permanente della Conferenza episcopale del Paraguay (Cep).
Nel contempo, i vescovi, sottolineando “l’opportunità, la necessità e l’importanza” della campagna vaccinale, precisano che “ogni cittadino ha l’obbligo morale di assicurare il bene comune” e che, “in queste circostanze in cui la salute dell’intera popolazione è seriamente compromessa”, “bisogna aderire a tutte le misure sanitarie con senso di responsabilità sociale”. Ecco “perché vi esortiamo a promuovere la vaccinazione, vedendo in essa non solo un mezzo efficace per evitare casi gravi di questa malattia, ma anche un vero atto di amor proprio e di carità verso gli altri”.
Pertanto, “sebbene non sia un peccato non farsi vaccinare, la mancanza dell’obbligo” di “ricevere il vaccino non solleva nessuno dalla responsabilità di prendersi cura del bene della salute di tutti e di tutelare soprattutto i più vulnerabili, i più deboli e soprattutto il personale sanitario esposto quotidianamente ai rischi di questa malattia. Esortiamo inoltre a non rilanciare notizie false, che confondono e possono causare più danni alla vita di molti”. A maggior ragione, tale invito è valido, “non essendoci obiezioni morali che impediscano in coscienza l’uso di differenti vaccini, come ha chiarito la Congregazione per la Dottrina della fede”.