La quarantottesima sessione del Tribunale permanente dei popoli (Tpp) dedicata al “genocidio politico in Colombia 2021” inizierà oggi, 26 gennaio. Tra i giurati spicca la partecipazione dell’italiano Luigi Ferrajoli, docente di Diritto all’Università Roma Tre, che ha visitato la Colombia nel settembre 2015 per condividere alcune riflessioni che all’epoca suscitarono un vivace dibattito sui colloqui di pace dell’Avana e sull’opportunità del plebiscito, che si rivelò fallimentare.
Il Tpp fu fondato da Lelio Basso (1903-1978), avvocato e leader politico socialista italiano che aveva in precedenza partecipato alla Corte Russell I e II. Storicamente si tratta di una realtà capace di coinvolgere la società civile europea e spesso importanti parti del mondo cattolico nelle situazioni di maggiore violazione dei diritti umani nel mondo e soprattutto in America Latina. Il suo attuale presidente è Philippe Texier (magistrato della Corte di Cassazione francese, già membro del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali), il suo segretario generale Gianni Tognoni (Italia), i vicepresidenti Javier Giraldo (gesuita colombiano), Luiza Erundina de Sousa (ex sindaca di San Paolo e attuale deputata federale del Brasile), Helen Jarvis (Australia-Cambogia) e Nello Rossi (Italia); conta anche 65 membri provenienti da diversi Paesi, di cui 19 dall’America Latina.
Nell’ambito di questa sessione, varie organizzazioni della società civile e indigene, che operano in difesa dei diritti umani, avranno la possibilità di far conoscere i massacri e le continue uccisioni di leader sociali e di ex guerriglieri delle Farc, in seguito alla firma degli accordi di pace del 2016, oltre che la situazione d’impunità in cui operano le organizzazioni armate e le bande criminali. Secondo l’ong Indepaz, nelle prime settimane del 2021 è proseguita la drammatica tendenza alla violenza, con 6 massacri, 14 leader sociali uccisi e 5 ex guerriglieri che avevano firmato l’accordo di pace assassinati. È possibile che la sessione del Tpp si occupi anche della morte, avvenuta nel luglio scorso, del cooperante italiano Mario Paciolla, impegnato in una missione Onu a San Vicente del Caguán.