“La Chiesa non è di questa o di quell’altra parte. Quello che ci sta a cuore è il bene di ogni persona e di ognuno insieme agli altri, quello di cui c’importa è la vita delle persone, quello che sosteniamo è il nostro Paese”. A ribadirlo è stato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nell’introduzione con cui ha aperto i lavori del Consiglio episcopale permanente, in corso oggi in videoconferenza. “Guardiamo, quindi, con attenzione e preoccupazione alla verifica politica in corso, in uno scenario già reso precario dalla situazione che stiamo vivendo”, il riferimento alla giornata di oggi: “Auspichiamo che la classe politica collabori al servizio dei cittadini, uomini e donne, che ogni giorno, in tutta Italia, lavorano in operoso silenzio e che si giunga a una soluzione che tenga conto delle tante criticità”. “Come pastori dobbiamo farci interpreti ed essere voce delle molteplici fragilità, perché nessuno sia lasciato solo”, ha proseguito Bassetti: “Inoltre i prossimi mesi – non dimentichiamolo – saranno cruciali per la ricostruzione del sistema-Paese. Un tema su cui intendiamo dare il nostro contributo progettuale”. Per il cardinale, “ritorna di estrema attualità” il tema che la Chiesa italiana ha approfondito negli anni Ottanta: “Comunione e comunità”. “Una più profonda comprensione del dono della comunione può accrescere, senza dubbio, in tutta la nostra Chiesa la grazia dell’unità vissuta nella carità e renderà credibile l’annuncio evangelico che essa è chiamata a portare”, la tesi di Bassetti: “È il dinamismo della fede che trova risposta in comunità più giuste e solidali”. Di qui l’attualità di un passaggio dei citati Orientamenti pastorali: “La vera cultura di comunione postula alcuni valori umani, quali l’attitudine al pensare insieme, alla condivisione dell’impegno, all’elaborazione comunitaria dei progetti pastorali, alla formulazione corretta di giudizi comuni sulla realtà dell’ambiente, all’adozione di forme d’intervento in cui si esprima l’anima cristiana di tutta la comunità interessata”. “Con questo stesso spirito, che appartiene alla nostra storia, guardiamo al futuro, i cui contorni sembrano offuscati da questo complicato presente”, ha assicurato il presidente della Cei, citando ancora una volta le parole di Papa Francesco a Firenze: “A tutta la Chiesa italiana raccomando l’inclusione sociale dei poveri, che hanno un posto privilegiato nel popolo di Dio, e la capacità di incontro e di dialogo per favorire l’amicizia sociale nel vostro Paese, cercando il bene comune”. È con amore alla persona, dunque, che evidenziamo – con una metafora medica – le varie fratture che la pandemia sta trasformando da isolate in associate, coinvolgendo tutti i legamenti che tengono uniti i nostri territori. Ecco, dunque, il dono della riconciliazione che c’impegna, come cristiani e cittadini, a una risposta di comunione e corresponsabilità”.