I portoghesi che sono andati a votare, nei giorni in cui il Paese è bloccato in un lockdown pressoché totale per fermare un’ondata di Covid molto agguerrita, hanno scelto senza ombra di dubbio la continuità: Marcelo Rebelo de Sousa (Partito socialdemocratico, di centrodestra) è stato rieletto per un secondo mandato con il 60,7% dei consensi (affluenza al 39,50%). Dei sette candidati che si erano presentati, la seconda più votata è stata Ana Gomes (Partito socialista) a cui è andato il 12,7% dei consensi. André Ventura, il leader del partito Chega! (“Basta!” in portoghese), dai tratti razzisti e xenofobi, si è fermato all’11,9% dei consensi, quindi ben lontano dal mettere a rischio de Sousa ma con un dato in crescita. “Marcelo rafforza il potere nella notte della tempesta politica”, titola questa mattina il quotidiano Politico. Perché se Marcelo Rebelo de Sousa è stato rieletto aumentando di circa otto punti percentuali il risultato del voto del primo mandato nel 2016 (52%) l’ingresso sulla scena di Ventura, che ha sbaragliato rispetto a tanti concorrenti, ridisegna comunque l’identità e le priorità della destra. “Ciò che è urgente ora è combattere la pandemia”, ha dichiarato nella notte il vincitore. “Dobbiamo fare di tutto per fermare e poi invertire un processo che sta esercitando una pressione drammatica sulle nostre strutture sanitarie”, ma anche “ritrovare ciò che abbiamo perso nella pandemia”: “superare la solitudine moltiplicata”, “far dimenticare la xenofobia”, le esclusioni, le paure che si sono radicate. Come anche “i cittadini devastati dalla povertà”, cominciando “il prima possibile” per riuscire in tempo a “non far svanire la speranza”.