È stato un fine settimana di tensioni quello che ha attraversato i Paesi Bassi, dove dal 23 gennaio vige il coprifuoco tra le 21 e le 4.30. L’aveva annunciato Mark Rutte come “misura pesante”, necessaria per “garantire che le persone si incontrino di meno e così impedire la diffusione del virus”. Ma nelle notti di sabato 23 e di domenica 24 gennaio in oltre dieci città olandesi si sono registrati gesti vandalici e attacchi alla polizia che è dovuta intervenire in forze, come riporta oggi la stampa olandese. Nel pomeriggio di domenica sono stati usati gli idranti per disperdere una “manifestazione illegale” sulla Museumplein di Amsterdam e 190 persone sono state arrestate. Questa violenza è “inaccettabile”, dichiara oggi Mark Rutte, “non ha nulla a che fare con la protesta o la lotta per la libertà. È violenza criminale e come tale la tratteremo”. “Il 99% dei Paesi Bassi aderisce alle misure, compreso il coprifuoco”, ancora Rutte, “perché sappiamo che solo uniti combattiamo il virus”. Da Rutte parole di stima per i sindaci di una decina di città teatro di disordini, “per le forze dell’ordine e per i giornalisti che cercano di denunciare”. All’annuncio del governo in merito al coprifuoco i vescovi avevano subito offerto indicazioni su come agire, in caso di “urgenti bisogni pastorali”, nelle ore del coprifuoco e avevano aggiornato alcune indicazioni per le celebrazioni. “La nuova misura del coprifuoco è dura per le persone, anche nelle parrocchie”, avevano scritto, invitando “a rimanere in contatto nella preghiera e, ove possibile, a mantenere i contatti” in tutti i modi possibili.