Scoraggiare i viaggi da Paesi terzi verso e all’interno dell’Ue “finché la situazione epidemiologica non sia migliorata considerevolmente”. Lo suggerisce la Commissione europea in un documento presentato oggi a Bruxelles. La Commissione propone in sostanza garanzie e requisiti aggiuntivi per i viaggiatori internazionali nell’Unione. “Le nuove varianti di coronavirus e la situazione sanitaria instabile in tutto il mondo richiedono ulteriori azioni per garantire che qualsiasi viaggio nell’Ue avvenga in sicurezza”. Per riflettere i più recenti pareri scientifici, la Commissione propone anche “criteri aggiornati che tengono conto del tasso di test, della positività dei test e del rilevamento di varianti che destano preoccupazione al momento di decidere sull’applicazione di restrizioni sui viaggi non essenziali nell’Unione verso uno specifico Paese extra Ue”. Gli Stati membri dovrebbero introdurre, secondo l’esecutivo, “misure aggiuntive riguardanti “coloro che si recano nell’Ue per motivi essenziali, i cittadini comunitari e i residenti di lungo periodo nonché i loro familiari e coloro che viaggiano da Paesi per i quali è stata revocata la restrizione di viaggio non essenziale”.
Gli Stati membri dovrebbero in particolare richiedere ai viaggiatori di aver eseguito un test Covid-19 Pcr (reazione a catena della polimerasi) negativo prima della partenza e presentare una prova di tale test negativo. Il test dovrebbe essere sostenuto 72 ore prima della partenza. Inoltre, per i viaggi provenienti da Paesi in cui è stata rilevata una variante preoccupante del virus, gli Stati membri dovrebbero imporre “sistematicamente misure di sicurezza come l’autoisolamento, la quarantena e la ricerca dei contatti per un periodo fino a 14 giorni precedenti il viaggio. In particolare, i viaggiatori dovrebbero essere tenuti a mettersi in quarantena e fare ulteriori test all’arrivo o dopo”. Andrebbe infine sviluppato un modulo comune europeo per la localizzazione dei passeggeri.