A causa del Covid-19 in Senegal, Guinea e Guinea Bissau si è verificata una frenata brusca allo sviluppo di un contesto economico in crescita. È quanto emerge da una analisi qualitativa svolta da Cospe nei mesi di settembre e ottobre scorsi, prendendo in considerazione un campione di circa 60 piccole e medie imprese e una trentina di istituzioni pubbliche e organizzazioni private o associative in aree di confine con elevati tassi di disoccupazione e povertà, ma inserite in economie che nel biennio precedente avevano registrato percentuali di crescita di Pil incoraggianti: dal più contenuto +4,6% della Guinea Bissau, ai +5,8% della Guinea e +6% del Senegal (dati 2018 della Banca mondiale). Un miglioramento che aveva indotto agricoltori e altri imprenditori locali a fare investimenti per sostenere l’andamento della produzione. L’impatto del Covid-19 si è tradotto “in un calo importante dell’attività in tutti i settori analizzati (avicoltura, agricoltura, allevamento di suini, apicoltura, ristorazione, ospitalità, artigianato, servizi, pesca, trasporti), andando a colpire principalmente le imprese più piccole e meno strutturate e il settore informale. La maggior parte delle imprese intervistate ha registrato un calo del giro d’affari che va dal 20% al 50% rispetto all’anno precedente, con picchi che superano anche il 90%”. Per sopravvivere alla crisi e garantire una sussistenza minima sono state messe in campo “strategie alternative come la diversificazione della produzione e della clientela, il ridimensionamento della propria attività imprenditoriale, il focus sui mercati nazionale e locale; alcune imprese hanno inoltre potuto beneficiare dell’interruzione della produzione di imprese concorrenti, aumentando così il proprio fatturato”.