Un “augurio affettuoso di buon lavoro” nel quale “profondere sempre più, quotidianamente, competenza, amore e passione per la verità e il bene, creatività e gentilezza”. Lo rivolge ai giornalisti di Abruzzo e Molise mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento, delegato per le Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale abruzzese molisana, in vista della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebrerà nella solennità dell’Ascensione del Signore, domenica 16 maggio 2021. Il messaggio è pubblicato alla vigilia della memoria di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “Nel cambio epocale che stiamo vivendo, la crisi pandemica dell’infezione da Covid-19 ha determinato un tempo per un verso negativo e deprimente, dovuto all’isolamento in casa e a paure-multistrato, ma anche, per un altro verso, praticamente stimolante”, vi si legge. “Se, da una parte, siamo frenati dai molteplici limiti imposti da questa pandemia, a partire dall’obbligo della distanza interpersonale, dall’altra ci si può organizzare e adoperare affinché la comunicazione, grazie anche alla tecnologia, sappia rendere possibile la vicinanza necessaria per riconoscere ciò che è essenziale e comprendere davvero il senso delle cose”.
“Carissimi operatori della comunicazione sociale di Abruzzo e Molise, vogliate sentire vibrante in voi questa pro-vocazione a nuove forme di prossimità. Siate diligenti recettori ed esperti applicatori del detto ‘Dio ti incontra dove sei’. Fate di esso una regola stabile di vita e di lavoro. Fatevi promotori di una comunicazione che non giudica (come) e che sappia rispettare il percorso di ciascuno, senza pretendere che sia il nostro (dove). Sappiate accogliere le sfide del cambiamento d’epoca e della pandemia che ci offrono nuove opportunità di riflessione e di azione, per una comunicazione rispettosa e inclusiva, che favorisca una cultura dell’incontro, dell’accoglienza e della cura, scevra da ogni forma di pregiudizio, per la quale sia possibile conoscere la realtà con uno sguardo fiducioso”. Infine: “nella festa del vostro santo patrono vi chiediamo di essere ‘seminatori di speranza in un domani migliore’ per impedire ‘che le persone si ammalino di solitudine’ (Papa Francesco) e di far sentire al mondo, senza alcun timore e nell’intelligenza di un sano pluralismo, la voce della Chiesa e degli intellettuali cristiani, in uno scenario mediatico sempre più secolarizzato allo scopo di arricchirlo con l’apporto di riflessioni costruttive”.