Repubblica Centrafricana: migliaia di bambini sfollati a causa di violenze e già minacciati da crisi umanitaria e Covid-19

In Repubblica Centrafricana circa 100mila persone sono ancora sfollate. La crisi umanitaria nel Paese rimane una delle più ampie al mondo, in termini di rapporto tra il numero di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria e la popolazione totale. Lo denuncia l’Unicef esprimendo preoccupazione per il benessere di migliaia di bambini che si stimano essere nuovi sfollati a causa di un’ondata di violenze in diverse città centrafricane, compresa la capitale Bangui, prima e in seguito alle elezioni politiche nel paese. “La crisi – spiega un comunicato – probabilmente porterà a tassi più alti di malnutrizione e di reclutamento di bambini in gruppi armati”.
Secondo l’agenzia Onu, è aumentata del 16,4% la malnutrizione acuta grave tra i bambini sotto i 5 anni, rispetto allo stesso periodo nello scorso anno. Tra gennaio e luglio 2020 nel paese sono state registrate più di 380 gravi violazioni dei diritti dei bambini, più di 2,5 volte il dato dello stesso periodo nel 2019.
Nonostante la Repubblica Centrafricana finora abbia registrato un numero relativamente basso di casi di Covid-19, l’impatto generale dell’epidemia è stato grave. Dallo scorso marzo, è stato osservato un calo significativo dei tassi delle vaccinazioni di routine. La pandemia ha causato anche la chiusura e l’interruzione dei servizi per i bambini forzatamente sfollati e vittime di violenza anche da parte di gruppi armati. Tra gennaio e luglio 2020 sono state registrate più di 380 gravi violazioni dei diritti dei bambini, più di 2,5 volte il dato dello stesso periodo nel 2019, con un picco di episodi di violenza di genere durante la chiusura delle scuole.
“Ancora una volta, i bambini stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi: con l’interruzione dell’istruzione, l’esposizione alla violenza, la separazione dalle famiglie o il reclutamento in gruppi armati”, afferma Fran Equiza, rappresentante Unicef in Repubblica Centrafricana. Di qui la richiesta di “assicurare che i civili, in particolare donne e bambini, siano protetti e tenuti lontano dai pericoli, secondo il diritto internazionale umanitario e dei diritti umani”.

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