Pace: mons. Bertolone (Catanzaro), “opporre a conflitti un’etica della prossimità, della vicinanza e della cura”

“Alle lotte, alle violenze, alle guerre e ai conflitti, bisogna opporre un’etica della prossimità, della vicinanza e della cura”. Ed è Cristo “la nostra pace”. È quanto scrive in una riflessione rivolta alla diocesi mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro–Squillace, per il mese della pace. “Di fronte alle tante guerre in corso, a tante vittime che si addizionano a quelle provocate da Covid-19, il pensiero di noi cristiani non può che correre a Cristo nostra pace”, osserva il presule, che invoca, con Papa Francesco, “una grammatica della cura. Il Messaggio del Papa per LIV Giornata della pace ha opportunamente collegato la grande crisi sanitaria del Covid-19 con la persistenza, anzi con un nuovo slancio delle diverse forme di nazionalismo, razzismo, xenofobia, mentre mai sopite guerre e conflitti vanno seminando morte e distruzione, oltre che danni irreparabili all’ecosistema”. Per mons. Bertolone, “il Cristo consente di pensare, in termini davvero nuovi, non soltanto in astratto la persona umana, ma, in concreto, ovvero l’uguaglianza tra le persone umane”, con particolare “attenzione a quelle situazioni in cui, più che altrove, si consumano ancora dei gesti disumanizzanti o di mancato rispetto della dignità”.

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