“Indebiti ostacoli al diritto fondamentale alla libertà di religione”: questo, secondo Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), sarebbe l’effetto della legge che il governo danese intende presentare per richiedere che tutti i sermoni, le omelie e gli altri discorsi tenuti in un contesto religioso (liturgico) siano tenuti in danese o resi accessibili in lingua danese. Seppur con “rispetto” verso i processi nazionali, l’arcivescovo guarda a questa proposta “con preoccupazione” e la inserisce in “una tendenza più ampia e crescente di negligenza del diritto fondamentale alla libertà di religione negli Stati membri dell’Ue e persino a livello di Corte dell’Ue”. Di questa tendenza farebbero parte anche le “misure nazionali estremamente rigide imposte alle Chiese e alle comunità religiose in merito alle cerimonie religiose, in relazione al Covid-19”. Secondo l’arcivescovo è “un’erosione di diritti specifici” che “mette in pericolo l’intera architettura dei diritti fondamentali basata sull’idea di universalità e interconnessione dei diritti”. Se la proposta di legge danese vuole “prevenire la radicalizzazione e contrastare l’incitamento all’odio e al terrorismo, qualsiasi impatto negativo o discriminatorio dovrebbe essere evitato nei confronti di Chiese e comunità religiose che sono contrarie e aliene a tali azioni e agiscono in uno spirito di pace e integrazione”, continua l’arcivescovo.
Tanto più che ci sono confessioni religiose più piccole che “non hanno i mezzi finanziari per conformarvisi, ma sono spesso formate da comunità di immigrati”. Inoltre gli Stati membri dovrebbero considerare, nell’elaborazione di politiche per contrastare la radicalizzazione e il terrorismo, che proprio l’agenda antiterrorismo Ue ricorda “che la libertà di religione è tra le fondamenta dell’Ue”. Nella dichiarazione sono espresse parole di solidarietà verso la Conferenza episcopale scandinava e le comunità colpite in Danimarca e di incoraggiamento a “un intenso e proficuo dialogo” tra autorità pubbliche, Chiese e comunità religiose.