“L’emergenza Covid-19 colpisce pesantemente l’agriturismo e i servizi connessi”. Lo evidenzia l’Istat, che oggi ha diffuso la stima preliminare dell’andamento del settore agricolo per l’anno appena trascorso. “Nel 2020 la produzione dell’agricoltura si è ridotta del 3,3% in volume ed il valore aggiunto del 6,1%. L’annata non è stata favorevole per la maggior parte dei prodotti agricoli, in particolare per la produzione di olio che ha subito un drastico ridimensionamento; inoltre, la performance dell’agricoltura è stata fortemente condizionata dall’impatto della pandemia da Covid-19, in particolare per quanto riguarda le attività dei servizi e le attività secondarie delle aziende agricole”, precisa l’Istat.
Anche “la produzione delle attività secondarie non agricole, dopo molti anni di continua crescita, ha fatto segnare un calo senza precedenti (-18,9%). Importanti perdite sono state registrate soprattutto per le attività legate all’agriturismo, a causa della prolungata chiusura delle strutture ricettive e del forte calo delle presenze, e per la manutenzione paesaggistica e di parchi e giardini mentre segnali positivi provengono dalla produzione di energia rinnovabile. Rilevante anche la contrazione della produzione di servizi (-3,8%), riconducibile essenzialmente al ridimensionamento dell’attività di prima lavorazione dei prodotti”. La produzione di beni agricoli ha subito “2un calo in volume più contenuto, pari all’1,5%”.
Le misure restrittive introdotte per contrastare la diffusione della pandemia hanno interrotto il trend espansivo degli ultimi anni del settore florovivaistico, la cui produzione si è ridotta dell’8% in volume rispetto al 2019.
Più contenuta, rispetto al 2019, la crescita dei prezzi alla produzione (+0,4% contro +0,7% dell’anno precedente), mentre sono diminuiti i prezzi relativi ai costi (input) sostenuti dagli agricoltori (-0,6% contro +0,9% del 2019). L’andamento congiunto dei prezzi dell’output e dell’input ha indotto nel 2020 un miglioramento della ragione di scambio per il settore agricolo (+1%).
Le Unità di lavoro (Ula) hanno subito una flessione del 2,4%, sintesi di cali del 3,9% dei lavoratori dipendenti e dell’1,7% di quelli indipendenti
I contributi alla produzione ricevuti dal settore sono rimasti sostanzialmente invariati (+0,3%) dopo i significativi incrementi registrati negli ultimi anni.