“Il 20 gennaio 2021, la Congregazione per il clero ha comunicato all’arcivescovo prelato di Pompei la conferma definitiva della decisione, approvata in forma specifica da Papa Francesco il 7 novembre 2020, di dimettere il sacerdote Antonio Marrese, del clero della Prelatura e già cappellano militare, dallo stato clericale, con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali, compreso il sacro celibato. Si tratta di un provvedimento inappellabile e non soggetto ad alcun tipo di ricorso, giunto al termine di un processo penale canonico avviato nel 2018”. Lo si legge in un comunicato diffuso oggi dalla diocesi di Pompei. “Anche la domanda di grazia, presentata al Santo Padre l’11 dicembre scorso, ha avuto esito negativo”, prosegue la nota che specifica: “Sottoposto pure al vaglio della Giustizia italiana, Antonio Marrese, nel procedimento canonico che non ha riguardato imputazioni inerenti a persone minori ma aspetti fondamentali della vita sacerdotale, è stato ritenuto colpevole di gravi reati, alcuni dei quali lesivi della reputazione di diverse persone, arrecando sofferenze e procurando pubblico scandalo e nocumento alla comunità ecclesiale”.
La nota precisa: “Egli ha avuto ampia possibilità di difendersi, esercitandola sia attraverso ricorsi gerarchici, sia attraverso deposizioni orali e scritte sue, del suo legale e dei testimoni da lui indicati. Antonio Marrese ha perso i diritti propri dello stato clericale e non può più esercitare il ministero sacerdotale. Rimane in comunione con la Chiesa in quanto fratello battezzato in Cristo ed è invitato ad attingere, come ogni fedele, alla grazia della Parola di Dio e dei sacramenti”. la nota conclude: “Una pena nella Chiesa viene inflitta sempre in vista di un bene maggiore, per colui che ne viene raggiunto e per l’intera comunità cristiana. Accogliamo con docilità questa decisione, custodendola nella preghiera e nel rispetto dell’interessato”.