Anche quest’anno, al tempo del Covid-19, si terrà a Città della Pieve, nella diocesi di Perugia-Città della Pieve, la festa cittadina del beato Giacomo Villa (1255-1304) nel ricordo del suo martirio, avvenuto nel gennaio dell’anno 1304. Ad annunciarlo è don Simone Sorbaioli, arciprete della concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio e parroco di Città della Pieve, ricordando che “è da alcuni anni che la nostra comunità ha riscoperto la figura del suo illustre concittadino Giacomo Villa, un esempio di ‘vita donata’ quanto mai attuale”.
Nel rispetto delle norme sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19, si terranno le celebrazioni in memoria del beato pievese, in programma il 23 e il 24 gennaio, trasportando l’urna contenete le sue spoglie mortali per le vie principali della città, trainata da buoi, come vuole la tradizione. Ma, vista la particolare situazione dovuta alla pandemia, la processione con l’urna del beato, precisa il parroco, si terrà “senza la partecipazione del popolo, che si unirà alla preghiera dalle finestre e dai balconi della propria abitazione”.
Sabato pomeriggio 23 gennaio (ore 18) si terrà la traslazione dell’urna nella concattedrale dove sarà celebrata la santa messa della vigilia della festa cittadina. Domenica pomeriggio 24 gennaio (ore 15.30) si svolgerà la processione al cui termine, nella concattedrale (ore 18), ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo ausiliare, mons. Marco Salvi con l’offerta del cero da parte delle autorità civiche.
Nel ricordo del martirio del beato pievese, sottolinea don Simone Sorbaioli, “si ritrovano insieme i rappresentanti della Confraternita della Misericordia sia di Città della Pieve sia di Chiusi, i delegati dei terzieri cittadini insieme alle autorità civili e religiose”. Lo studioso Stefano Bistarini ha tracciato un profilo agiografico del beato. “Giacomo Villa – si legge in una nota della diocesi – è uno degli esempi di cristiani martiri in difesa dei poveri, degli ultimi, degli scarti della società nell’invocare la giustizia e nel compiere opere di carità. Il beato pievese fu ucciso dopo aver avuto giustizia nei confronti di un usurpatore di beni che appartenevano a poveri e a malati”.