Il Consiglio nazionale delle Chiese in Corea ha inviato una lettera a Joe Biden – che oggi presterà giuramento e s’insedierà come nuovo presidente degli Usa – nella quale i leader cristiani esprimono la speranza che questo cambiamento nell’amministrazione statunitense possa “segnare un ritorno degli Stati Uniti alla guida del mondo nella protezione della democrazia, dei diritti umani e delle risposte alla pandemia globale”. Il rapporto tra il presidente statunitense Donald Trump e il leader nord coreano Kim Jong-un in questi anni è stato difficile e altalenante tra vertici (storici) che avevano fatto sperare in un miglioramento dei rapporti diplomatici a dei “nulla di fatto” clamorosi soprattutto sui temi che sono al cuore del problema e cioè allentamento delle sanzioni, denuclearizzazione e ripresa degli scambi commerciali. Un ruolo importante di mediazione lo ha svolto il presidente sudcoreano Moon Jae-in. “Siamo grati per il lungo e leggendario rapporto tra gli Stati Uniti e la Repubblica di Corea”, scrivono le Chiese coreane a Biden, “ci auguriamo un futuro più promettente in cui sia possibile lavorare insieme”. La lettera è stata resa nota durante un incontro online promosso dal Consiglio mondiale delle Chiese per stilare un primo bilancio sulla campagna “We Pray, Peace Now, End the War” e condividere notizie sugli impatti umanitari e politici delle sanzioni economiche contro la Corea del Nord. All’incontro hanno partecipato il rev. Hong-Jung Lee, segretario generale del Consiglio nazionale delle Chiese in Corea, e Jim Winkler, presidente e segretario generale del Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti. Parlando della transizione presidenziale degli Stati Uniti, Winkler ha riflettuto sulle implicazioni del risultato delle elezioni statunitensi sugli sforzi ecumenici per la pace nella Penisola coreana. Ha quindi proposto un incontro congiunto tra il Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti e il Consiglio nazionale delle Chiese in Corea per discuterne ulteriormente ed ha espresso il suo impegno a ospitare incontri con i politici statunitensi a Washington per sostenere l’impegno e il dialogo come percorso alla pace in Corea.