Nel 2019 il volume complessivo dei movimenti interni supera 1 milione 485mila trasferimenti (+9% sul 2018). Lo comunica oggi l’Istat nel report “Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente” relativo all’anno 2019.
Stando ai dati diffusi, variano in modo significativo i movimenti tra Regioni diverse (interregionali, +14%) mentre i movimenti all’interno delle Regioni (intra-regionali) fanno registrare un incremento dell’8%.
In valore assoluto, le Regioni in cui si registra il volume più elevato di iscrizioni e cancellazioni anagrafiche sono la Lombardia (336mila iscrizioni e 309mila cancellazioni), il Veneto (145mila iscrizioni e 137mila cancellazioni) e il Piemonte (137mila iscrizioni e 132mila cancellazioni); in termini relativi, invece, rapportando il numero di iscrizioni e cancellazioni alla popolazione residente, la regione che mostra la dinamica migratoria interna più vivace è la Valle d’Aosta, con tassi pari a 37 iscrizioni e 36 cancellazioni per mille abitanti, seguita da Lombardia (34 iscrizioni e 31 cancellazioni per mille) e Piemonte (32 iscrizioni e 31 cancellazioni per mille). Le Regioni meno dinamiche sono Puglia e Basilicata con tassi pari circa a 12 iscrizioni e 16 cancellazioni per mille residenti. “In generale – nota l’Istat –, le regioni del Centro-nord mostrano saldi netti positivi o prossimi allo zero; viceversa, quelle del Mezzogiorno riscontrano perdite nette di popolazione”.
La mobilità interna, in termini assoluti, interessa soprattutto i cittadini italiani: su cinque persone che cambiano residenza quattro sono italiani. Nel 2019, i cittadini italiani che si sono trasferiti all’interno del territorio sono circa 1 milione 201mila (+8% rispetto al 2018) contro 284mila stranieri (+16%).
Negli ultimi dieci anni il bilancio tra uscite ed entrate nel Sud e nelle Isole ha portato ad una perdita netta di 521mila residenti che, in termini di popolazione, equivale alla perdita di un’intera Regione come la Basilicata. “Le Regioni del Mezzogiorno continuano a perdere risorse qualificate” visto che “il contingente di emigrati meridionali che abbandona la terra di origine per stabilirsi in una Regione del Centro o del Nord è composto prevalentemente da giovani in età attiva”.
Infine, l’Istat dai dati provvisori sull’andamento dei flussi migratori nei primi otto mesi del 2020 conferma una forte flessione delle migrazioni (complessivamente -17,4%). Anche la mobilità interna ha registrato una forte flessione nelle fasi di lockdown per Covid-19.