La distanza tra il clero e i laici, il divario evidente tra le generazioni, la distinzione tra ‘locali’ e ‘stranieri’ tipica della Chiesa di Gerusalemme, le identità nazionali, ben 4, della diocesi e le lingue: sono queste per il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, alcune barriere che “corrono il rischio di ostacolare il nostro cammino ecclesiale” all’interno del Patriarcato latino di Gerusalemme. Nel corso della celebrazione della Giornata della Pace, Pizzaballa, ha voluto riflettere sulla pace “da una prospettiva interna, ecclesiale, sulle barriere che a volte inconsapevolmente erigiamo al nostro interno, tra noi”. Parlando della distanza tra il clero e i laici, il Patriarca ha avvertito del rischio del clericalismo, un fenomeno “assai evidente nel nostro ambiente locale”. “La collaborazione tra sacerdoti e laici viene spesso fraintesa e finisce per diventare: ‘fare semplicemente quello che vuole il sacerdote’. Ad ogni cambio di sacerdote, la vita della comunità spesso deve ricominciare da capo e prendere il modello e la misura del sacerdote di turno, quasi sempre assai diversa dal predecessore”. Per il patriarca è “difficile convincere ad avere i consigli parrocchiali e saper condividere idee e iniziative” così come “è difficile trovare laici formati, impegnati, desiderosi di portare un contributo positivo alla comunità”. Si tratta “di una barriera reale che ha bisogno di essere presa in considerazione, soprattutto pensando alla generazione futura, che vuole essere protagonista della vita della Chiesa, e non solo esecutrice di ordini e direttive”.