Si chiama iCub, è un robot umanoide dotato di intelligenza artificiale realizzato dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit). Per la prima volta al mondo è entrato a far parte di una sperimentazione nell’ambito dei disturbi dello spettro autistico in un contesto clinico e riabilitativo. Un’equipe del Centro Boggiano Pico, polo specializzato nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo del Piccolo Cottolengo genovese di Don Orione, lavorerà insieme al team Social cognition in Human-robot interaction di Iit, guidato dalla ricercatrice Agnieszka Wykowska, per testare l’efficacia dell’utilizzo del robot nel trattamento di bambini affetti da disturbo dello spettro autistico in un contesto ambulatoriale. La sperimentazione prevede l’interazione tra il robot iCub e un gruppo di 50 bambini della prima infanzia, allo scopo di sviluppare le loro capacità di comprendere il punto di vista altrui. “Le persone con autismo – spiegano – hanno difficoltà a cogliere la prospettiva spaziale di chi si trova di fronte a loro. Il programma di trattamento rappresenta il primo passo di un percorso riabilitativo di complessità crescente che potrebbe fornire ai giovani pazienti un aiuto per acquisire gli elementi di base per l’interazione sociale, migliorando sensibilmente la qualità della loro vita”. L’equipe del Centro ha lanciato un concorso tra i piccoli pazienti per trovare un nome all’esemplare di iCub utilizzato nel training, per ora soprannominato Dott. Robot. Nel corso del training verrà decretato il vincitore. Al momento i nomi in gara sono Luigi (il nome di battesimo di don Orione), Isaac, Marvin e Albert. La sperimentazione si concluderà a giugno del 2021. Ogni bambino effettuerà il training per circa due mesi. In ogni seduta iCub affianca il terapeuta e interagisce in base alle competenze specifiche di ogni bambino. Al Centro Boggiano Pico di Genova vengono seguiti circa 200 bambini e adolescenti, di cui circa 80 con un disturbo dello spettro autistico. Nella sola Liguria dal 2008 a oggi il numero dei pazienti seguiti dai servizi territoriali delle Asl è triplicato: da meno di 500 a oltre 1500. Il disturbo esordisce in età evolutiva e colpisce circa l’1% della popolazione mondiale. In Italia ne sono affette almeno 600 mila persone.