“Non un biglietto da visita, ma l’invito a un incontro”. Così, durante l’Angelus di ieri, il Papa ha commentato il primo incontro di Gesù con i suoi discepoli. “Ogni autentico incontro con Gesù rimane nella memoria viva, non si dimentica mai”, ha commentato Francesco: “Tanti incontri tu li dimentichi, ma l’incontro vero con Gesù rimane sempre. E questi, tanti anni dopo, si ricordavano anche l’ora, non avevano potuto dimenticare questo incontro così felice, così pieno, che aveva cambiato la loro vita”. “Ogni chiamata di Dio è un’iniziativa del suo amore”, ha spiegato il Papa: “Sempre è lui che prende l’iniziativa, lui ti chiama. Dio chiama alla vita, chiama alla fede, e chiama a uno stato particolare di vita: ‘Io voglio te qui’. La prima chiamata di Dio è quella alla vita, con la quale ci costituisce come persone; è una chiamata individuale, perché Dio non fa le cose in serie. Poi Dio chiama alla fede e a far parte della sua famiglia, come figli di Dio. Infine, Dio chiama a uno stato particolare di vita: a donare noi stessi nella via del matrimonio, in quella del sacerdozio o della vita consacrata. Sono modi diversi di realizzare il progetto di Dio, quello che Lui ha su ciascuno di noi, che è sempre un disegno d’amore. Dio chiama sempre. E la gioia più grande per ogni credente è rispondere a questa chiamata, offrire tutto sé stesso al servizio di Dio e dei fratelli”. “La chiamata di Dio è amore, dobbiamo cercare di trovare l’amore che è dietro ogni chiamata, e si risponde ad essa solo con l’amore”, ha concluso il Santo Padre.