“La pandemia continua a modificare lo stile di vita di tutti con notevoli ricadute in diversi ambiti. Ovviamente ne sta risentendo anche l’azione pastorale, costringendoci a limitare gli incontri in presenza e a sviluppare modalità diverse per sostenere comunque la vita comunitaria”. Lo scrive l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nella sua lettera al clero sulla pandemia da coronavirus Covid-19, in occasione della recrudescenza del virus in una Regione come la Sicilia, dichiarata attualmente “zona rossa”. “Comprendo, in particolare, la fatica di voi cari presbiteri e diaconi, a vivere il ministero in queste condizioni e, mentre vi ringrazio per quello che continuate a fare in maniera instancabile, vi assicuro la vicinanza, la mia preghiera e la disponibilità ad ascoltarvi e ad accogliervi ogni qualvolta ne sentiate la necessità”, aggiunge il presule.
Nella sua lettera, mons. Lorefice riferisce di sentire “la mancanza dei nostri incontri formativi, dei momenti di ritiro e di condivisione e, non meno, della vicinanza fisica che ormai da mesi non ci è dato di vivere”. “Per cercare di venire incontro a queste esigenze, ho pensato, insieme ai vicari, di ritrovarci per vicariati con l’ausilio delle piattaforme digitali e condividere, per quanto è possibile, gioie, fatiche, preoccupazioni, attese, ma anche proposte su come vivere il ministero pastorale in questa perdurante, difficile situazione”.
Dal presule, la raccomandazione di “essere particolarmente prudenti nello svolgimento del vostro ministero”. “Nonostante la Sicilia sia stata inserita tra le zone rosse, la partecipazione alle liturgie non viene impedita purché siano rispettate e messe in pratica le ormai ben note disposizioni che mirano a impedire o prevenire i contagi”. Infine, l’esortazione di “seguire con esattezza, senza eccezioni, le disposizioni governative, come anche le indicazioni pastorali che vi sono state date nei mesi scorsi”.