Le manifestazioni residue nei soggetti affetti da Covid-19 possono essere variabili in base allo stadio di gravità nella fase acuta (da paucisintomatico alla necessità di intubazione e di trattamento rianimatorio); alle complicanze intercorse; alla situazione clinica pregressa e il livello di fragilità del paziente (età e livello di autonomia funzionale). Per far fronte alle gravi conseguenze fisiche e psicologiche è nato il progetto “Ricominciare” del Fatebenefratelli, che applicando al Covid-19 il carisma dell’Ospitalità di S. Giovanni di Dio e intervenendo su un fronte non completamente coperto dal Ssn, ha l’obiettivo di attivare – anche attraverso una campagna di raccolta fondi dedicata – un poliambulatorio multidisciplinare per fornire un’assistenza integrale, al corpo ed alla mente.
L’obiettivo è “fornire un piano di lavoro al domicilio e quando serve un programma ambulatoriale motorio e respiratorio che accompagni e rafforzi la ripresa della persona. La maggior parte dei pazienti ricoverati nelle nostre strutture – spiega Andrea Girotti, il direttore dell’Uo di riabilitazione specialistica dell’Ospedale Sacra Famiglia di Erba (Como) – sono anziani con plurime comorbilità. Spesso i quadri clinici sono disparati o coinvolgenti più apparati” e “il più delle volte hanno residuato debolezza, necessità di assistenza nelle attività primarie della vita quotidiana”. Di qui gli interventi previsti a livello fisioterapico, secondo la situazione clinica del paziente: dalla supplementazione dell’ossigeno a posture e manovre di espansione toraco-polmonare, di drenaggio delle secrezioni.
Il supporto è volto anche a curare la mente, duramente colpita dal Coronavirus, perché si è osservato, specie nei soggetti fragili ed anziani, un grave decadimento delle capacità cognitive: deficit di memoria, fasi confusionali ricerca costante di attenzione, rifiuto ad alzarsi e alimentarsi. “In tal caso – conclude il dottore – si tenta di aiutare i soggetti a recuperare l’attenzione, a riprendere una minima consapevolezza di se stessi e favorire una socializzazione con gli operatori, a far recuperare fiducia e sicurezza nei propri mezzi”.