Crescono i numeri dei contagi anche in Portogallo, che da oggi torna in lockdown duro, ma a differenza di ciò che è avvenuto in primavera le scuole restano aperte. Anche il Consiglio permanente della Conferenza episcopale portoghese ha diffuso le regole sul nuovo confinamento in un comunicato stampa. “Siamo consapevoli della gravissima situazione pandemica che stiamo vivendo in questo momento”, scrivono i vescovi, e ciò “esige una maggiore responsabilità e solidarietà da parte di tutti noi nella lotta, per contribuire a superare la crisi con tutti i nostri sforzi”. Le celebrazioni liturgiche, ovvero l’eucaristia e i funerali, potranno continuare in presenza, secondo le regole del distanziamento e in base alle dimensioni delle singole chiese, mentre le altre celebrazioni, come battesimi, cresime e matrimoni “dovrebbero essere sospese o posticipate a un momento più opportuno, quando la situazione sanitaria lo consentirà”. Potrà continuare la catechesi in presenza, “laddove possibile osservare le esigenze sanitarie”, altrimenti i vescovi chiedano sia annullata o venga fatta in via digitale, come per le altre attività pastorali. “La nostra fede ci apre al Dio della misericordia ed esprime un impegno solidale agli sforzi di tutti coloro che cercano di ridurre al minimo la sofferenza”, concludono i vescovi, “generando una speranza che, al di là dei vaccini, dà senso e si prende cura della vita in tutti le sue dimensioni”. Il Governo ha prorogato al 30 gennaio lo stato di emergenza, anticipando che potrebbe essere necessario continuare il lockdown fino a metà febbraio.