“Noi crediamo in queste verità. Riflessioni cattoliche sul ‘principio americano’” è il titolo della raccolta di scritti del padre gesuita e teologo John Courtney Murray (1904-1967) che dal 18 gennaio sarà nuovamente disponibile nella traduzione italiana per i tipi di Morcelliana, a cura del costituzionalista Stefano Ceccanti. Si tratta di un’opera che ha avuto storicamente una grande rilevanza culturale ed ecclesiale. Edita negli Usa nel 1960, svolse un ruolo importante nell’accompagnare l’ascesa del primo presidente cattolico degli Stati Uniti, John Kennedy, guardato allora con sospetto in vasti settori dell’opinione pubblica protestante per il timore di una presunta incompatibilità con il rispetto dei principi costituzionali di quel Paese. Ma essa esercitò una positiva e per certi aspetti decisiva influenza anche in campo cattolico, con particolare riferimento alla Dignitatis Humanae, la dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa. Non a caso la prima edizione italiana, sempre per Morcelliana, è del 1965. “Il pluralismo – scrive tra l’altro padre Murray – si presentava come la condizione naturale su cui nacque la società americana, e non fu, come in Europa e in Inghilterra, il risultato della frattura e del decadimento di precedenti situazioni di unità religiosa”. E ancora: “Il cattolico americano (…) afferma che il suo impegnarsi con le clausole religiose della Costituzione è in sostanza un atto di fiducia morale, in quanto esse sono articoli di pace in una società pluralista”. Nel momento in cui un cattolico, Joe Biden, torna alla presidenza degli Usa, la scelta di ripubblicare ora gli scritti di padre Murray – come sottolinea Ceccanti nel saggio introduttivo – suona anche come un contributo a superare “tante incomprensioni e rigidità del periodo precedente”.