“Il ministero dell’Interno ha annunciato che sostituirà ‘padre e madre’ con ‘genitore 1 e genitore 2’, per risolvere problematiche giuridiche”, le quali “riguarderebbero il fatto che oggi per tutelare la privacy si costringerebbero i dichiaranti ad affermare falsamente di essere padre o madre nei casi in cui non ci si possa ritenere tali perché, ad esempio, entrambi uomini”. Così Alberto Gambino, ordinario di diritto privato presso l’Università europea di Roma e presidente dell’associazione Scienza & Vita, in un comunicato diffuso ieri sera commenta l’annuncio dato dalla ministra Luciana Lamorgese di reintrodurre sulla carta di identità per i minori di 14 anni o sui moduli di iscrizione a scuola dei bambini “genitore 1” e “genitore 2”, dicitura che da tempo aveva sostituito il vecchio “madre” e “padre” e che Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, aveva invece recuperato. “Osservo sommessamente – prosegue Gambino – che anche dichiararsi genitori, quando non lo si è, è anch’essa una dichiarazione falsa. E nel caso della coppia di genitori dello stesso sesso è giuridicamente pacifico che uno dei due non sia certamente genitore, cioè colui che ha generato la prole”. Per il giurista si tratta di “un tipico caso di eterogenesi dei fini: un provvedimento pensato per risolvere un problema ma che invece ne apre un altro”. “Basterebbe tornare alla dizione tradizionale ‘padre, madre o chi ne fa le veci’ – conclude – ma forse è troppo antiquato per chi rincorre le mode irragionevoli del momento”