“Nei fatti, l’adozione di misure straordinarie è stata accompagnata da una contrazione del ruolo del Parlamento e degli spazi di confronto, nonché da una minore trasparenza e conoscenza dei cittadini delle modalità attraverso cui sono state assunte decisioni e impiegate risorse pubbliche nel corso di tutto il 2020″. Nel nuovo numero della rivista di Libera e Gruppo Abele “lavialibera” nell’editoriale la direttrice Elena Ciccarello scrive sulla scarsa trasparenza per i cittadini sulle decisioni governative. “Costretti alla scrivania e a una routine informativa dettata dal governo, durante il lockdown i media (che già non godono di ottima salute) hanno fatto i conti anche con la sospensione del diritto di accesso ai dati (Foia) e con l’indisponibilità di informazioni su quanto avveniva, ad esempio, nelle Rsa, negli istituti penitenziari, nei Sert e persino nelle stazioni appaltanti”, aggiunge Ciccarello. In poche parole la trasparenza e l’accessibilità dei dati non sono stati al centro della strategia di gestione del rischio pandemico. Per fare un esempio, l’Autorità anticorruzione (Anac) ha denunciato che su più di 14 miliardi stanziati in appalti per la crisi sanitaria, solo 5,5 sono stati tracciati e resi trasparenti dalle stazioni aggiudicatarie. “In ben 13 regioni su 20 – si legge sul nuovo numero della rivista – è molto alta la percentuale della mancata conoscenza della tracciabilità della spesa (siamo oltre l’80%) con picchi in Liguria (97%) Sardegna (93%), Puglia e Valle d’Aosta (90%). In sintesi i cittadini non possono sapere se siano stati erogati o meno, in che forme, per farci che cosa, nonostante la normativa relativa alla trasparenza amministrativa e affidi alla cittadinanza la responsabilità del ‘controllo diffuso’”.
Su questo numero “lavialibera” pubblica anche una infografica sulle vittime ambientali. Dal 2002 ad oggi nel mondo sono 1956 i difensori dei diritti umani ambientali uccisi in 58 Paesi. Il continente più pericoloso è l’America Latina con nove stati coinvolti e 1028 vittime.