“Sono estremamente preoccupato per la situazione umanitaria nella regione del Tigray in Etiopia ed il suo impatto sulla popolazione civile, in particolare sui rifugiati eritrei ospitati nella regione”. A parlare è l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi. “Di recente – spiega – abbiamo assistito ad alcuni sviluppi positivi, lavorando con il governo per accedere alle popolazioni vulnerabili ed assisterle, con il trasporto e la distribuzione di cibo a circa 25.000 rifugiati eritrei nei campi di Mai Aini e Adi Harush nel Tigray”. Tuttavia, “nonostante le ripetute richieste, l’Unhcr e i partner non hanno ancora avuto accesso ai campi di Shimelba e Hitsats dall’inizio dell’operazione di mantenimento dell’ordine di due mesi fa”. “Sono molto preoccupato per la sicurezza e il benessere dei rifugiati eritrei in quei campi – sottolinea -. Sono rimasti senza aiuti per molte settimane. Inoltre, e ciò e’ estremamente preoccupante, continuo a ricevere molti resoconti affidabili e di prima mano sulla continua insicurezza e sulle accuse di gravi e dolorose violazioni dei diritti umani, tra cui omicidi, rapimenti mirati e rimpatri forzati dei rifugiati in Eritrea. Le segnalazioni di ulteriori incursioni militari negli ultimi 10 giorni sono coerenti con le immagini satellitari open source che mostrano nuovi incendi e altri segni recenti di distruzione nei due campi. Si tratta di indizi concreti di gravi violazioni del diritto internazionale”. Per l’Unhcr è anche “angosciante” non poter dare assistenza a “migliaia di rifugiati eritrei che continuano a fuggire dai campi in cerca di sicurezza e sostegno. I rifugiati che arrivano a piedi nella città di Shire, nel Tigray, sono emaciati, e chiedono aiuti che non sono disponibili. I rifugiati che hanno raggiunto Addis Abeba vengono rimpatriati nel Tigray, alcuni contro la loro volontà”. Anche se l’accesso ai campi di Mai Aini e Adi Harush “è un buon inizio – conclude -, devo ribadire l’appello delle Nazioni Unite per un accesso completo e senza ostacoli – esplorando tutte le opzioni per fornire in sicurezza l’assistenza di cui si ha disperatamente bisogno”.