Maggiore compattezza in sanità, i litigi sono troppi, troppe strade imboccate e poi perdute. È uno dei cardini della riflessione dei vescovi del Molise, che si sono riuniti per ragionare sui temi di maggiore attualità. La preoccupazione più grande per mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, mons. Camillo Cibotti, vescovo di Isernia-Venafro, mons. Gianfranco De Luca, vescovo di Termoli-Larino, e mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento, è “l’angosciante realtà della pandemia”, come si legge sul sito della diocesi di Trivento. Alla vicinanza e alla solidarietà verso le “nostre comunità locali segnate dall’avanzata del virus”, i presuli perciò affiancano tre proposte per la sanità: un progetto comune “da portare avanti tutti insieme”, il rafforzamento della medicina territoriale “per non aggravare gli ospedali” e informazione precisa e chiara al “nostro popolo perché non si aggravi lo sconcerto che la gente già vive, smarrita e rassegnata, incapace di alzare gli occhi al cielo”.
Ai parroci, poi, i vescovi del Molise chiedono di studiare con particolare attenzione il libro biblico di Giobbe, “che ha affrontato le stesse nostre fatiche: in casa con la moglie nei frequenti bisticci; tra gli amici sul perché della sofferenza; e con Dio, che pare restare muto. Il Signore è invece accanto a noi, lotta con noi e a noi dona le armi, per affrontare e vincere la pandemia”.
Inoltre, mettono a disposizione delle autorità locali il volontariato (medici, infermieri, volontari) “delle nostre attive Caritas, oltre alla disponibilità sulle strutture ecclesiastiche, se utili per svolgervi i tamponi e i vaccini, specie nei piccoli borghi”.
È un’ora buia per la storia pandemica del Molise e in quest’ora buia dai titolari delle diocesi di Campobasso-Bojano, Isernia-Venafro, Termoli-Larino e Trivento arriva anche una particolare vicinanza alle case di riposo, ai “nonni” che vi sono ospitati con la richiesta alle comunità di “sostenere tutte quelle iniziative spirituali che possano essere di conforto e di aiuto, anche tramite le televisioni locali o i social”. Un’ultima raccomandazione la rivolgono ai fedeli: “Restare attenti e prudenti, specie nelle celebrazioni liturgiche, come del resto si sta già facendo, senza cadere nella paura. Prudenza ma non paura, in tutte le nostre comunità!”.
La pandemia, concludono i presuli, “è un tempo prezioso, che potrà dar vigore alle nostre famiglie e ai nostri giovani, che si sentono provati nel settore scolastico, per la didattica a distanza! Eppure, crediamo che anche questa prova immensa potrà essere di crescita umana e spirituale per tutti”.