I primi hanno già iniziato a radunarsi ieri (come documenta l’immagine di Radio Progreso) a San Pedro Sula, tradizionale luogo di partenza di ogni carovana di migranti che si forma in Honduras, per cercare di raggiungere gli Stati Uniti. Stavolta il tam-tam via social è stato particolarmente vistoso: l’appuntamento è per oggi e domani, quando dovrebbe formarsi il gruppo che tenterà di entrare in Guatemala e poi in Messico, come puntualmente accaduto a partire dall’autunno 2018.
Stavolta la preoccupazione è particolarmente forte: non sfugge a nessuno che si tratta della prima carovana dell’era Biden. Molti sperano che la nuova Amministrazione Usa avrà un atteggiamento più morbido e umanitario rispetto a Trump e ciò potrebbe spingere molti migranti a nutrire la speranza di coronare il proprio sogno. Tuttavia, si tratta con molte probabilità di false speranze, sia per l’esistenza di precisi trattati internazionali sia per la tradizionale politica degli Usa a livello migratorio. Un altro motivo che potrebbe spingere molte persone a partire è l’effetto delle tempeste Eta e Iota sul nord dell’Honduras (interi paesi sono stati allagati e molti raccolti sono andati perduti) e sul Guatemala nord-orientale.
Ieri i Governi di Messico, El Salvador, Guatemala e Honduras hanno diffuso un comunicato congiunto, nel quale, “di fronte ai flussi migratori misti irregolari di migranti destinati agli Stati Uniti d’America, comunicano il loro fermo impegno per la promozione e la protezione dei diritti umani di tutte le persone migranti, in particolare di quelle popolazioni in maggiori condizioni di vulnerabilità, e richiamano in modo che la migrazione avvenga in modo sicuro, ordinato e regolare”.
A tal proposito, “si ribadisce la necessità di stabilire alleanze regionali e rafforzare la collaborazione con gli Stati Uniti d’America per lo scambio di informazioni strategiche sui flussi migratori misti, al fine di instaurare un dialogo sistematico”. Prosegue il comunicato congiunto: “Facciamo un forte appello per evitare di esporre bambini e adolescenti accompagnati, non accompagnati e separati ai pericoli che il viaggio migratorio irregolare comporta, anticipando che sono possibili vittime di reati legati alla migrazione irregolare”.
Il Guatemala ha dichiarato lo stato di attenzione e ha tenuto un incontro al quale ha partecipato anche padre Juan Luis Carbajal, segretario esecutivo della Mobilità umana della Conferenza episcopale guatemalteca, che dice al Sir: “Stiamo monitorando la situazione, ma abbiamo alcuni dubbi che sia in partenza una mega-carovana, come molti sostengono. In ogni caso temiamo che, come già accaduto nelle ultime occasioni, ci siano detenzioni ed espulsioni irregolari”.